Perché i siciliani evadono dai domiciliari? Dalle feste da santificare ai conviventi da cui fuggire

C’è chi lo fa per dovere e chi per piacere. Chi solo per prendere una boccata d’aria e chi per santificare una festa. Ogni giorno c’è almeno una notizia di cronaca di qualcuno che, da diverse parti della Sicilia, esce di casa pur essendo sottoposto alla misura degli arresti domiciliari. In molti casi, anche nonostante il braccialetto elettronico. Ed è un dato certamente sottostimato, visto che le notizie arrivano da polizia o carabinieri solo quando l’assenza ingiustificata viene scoperta, durante un controllo. Tra i numeri dell’ultimo anno, c’è chi ha raggiunto il record di evasioni (tre in sette giorni). E i motivi sono i più svariati.

Molti escono di casa come se non fossero sottoposti a nessuna misura restrittiva, anche solo per fare una passeggiata in giro per il paese o per la città. Qualche volta anche utilizzando mezzi particolari, tipo un 30enne in monopattino a Trapani. E c’è chi si avventura anche oltre i confini comunali. È il caso 50enne di Floridia, in provincia di Siracusa, che è stato sorpreso in sella alla sua bicicletta lungo una strada provinciale. Beccati fuori casa, alcuni confessano subito; altri, invece fingono addirittura di essere altre persone. «Sono uscito per prendere una boccata d’aria», ha ammesso senza esitazioni un 38enne di Paternò (nel Catanese). I meno salutisti, usano la vecchia scusa di chi esce di casa per non tornarci mai più: «Vado a comprare le sigarette», si è giustificato un 25enne di Scicli che è stato trovato davanti a un bar nel centro della cittadina del Ragusano. E poi c’è chi, una volta fuori, già che c’è, decide pure di fumarsela comodamente seduto su una scalinata, come un 39enne a Caltagirone (in provincia di Catania) la notte di Ferragosto.

Ma ci sono ricorrenze ancora più imperdibili. È per festeggiare il suo 39esimo compleanno che un uomo di Aci Catena (nel Catanese) ha deciso di uscire di casa a piedi e senza ombrello, nonostante la pioggia battente. A non sapere resistere alla festa in piazza per la notte di Capodanno è stato un 31enne di Catania. Il richiamo più forte, però, è quello che ha spinto un devoto catanese a partire da Cuneo (in Piemonte) e percorrere 993 chilometri per arrivare in tempo per la festa di Sant’Agata. A Partinico (nel Palermitano), un 39enne è evaso dagli arresti domiciliari per non mancare al pranzo della domenica a casa dei parenti. E c’è pure chi, per i familiari si farebbe pure arrestare. Di nuovo. E non per modo di dire: è il caso del 35enne di Trabia (nel Palermitano) che ha lasciato i domiciliari, armato di una pistola, per andare in piazza a sparare per difendere il fratello durante una lite. Non solo rapporti umani: un 38enne di Catania ha rischiato di finire in carcere per andare a cercare il cane che era scappato.

E pensare che, invece, lo fa proprio per la necessità di scappare dai familiari. Restare chiusi in casa con madri, padri, mogli e mariti per qualcuno è peggio che stare in carcere. Così, c’è chi evade dichiarando poi candidamente di averlo fatto nella speranza di finire in una cella. Basta che sia lontano dai parenti. Di «causa di necessità», infatti, ha parlato un 25enne catanese scappato tre volte in sette giorni. «Sono un latitante e sono venuto a costituirmi», ha esordito in caserma un 49enne di Catania scappato dopo l’ennesima discussione con la madre. Accolto il grido di richiesta, l’uomo è tornato ai domiciliari. Questa volta, in una casa da condividere con la fidanzata.

A spingere i siciliani a infrangere la legge c’è pure la voglia di non rinunciare alle vacanze. Che siano viaggi esotici o una gita fuori porta. Un 27enne di Siracusa, pur di non stare a casa, ha scelto come meta turistica la casa dei parenti appena fuori città. Un’altra siracusana è evasa per trascorre una notte in un hotel con un’amica. E c’è addirittura chi lo ha fatto solo per passare qualche ora di una noiosa domenica pomeriggio a fare shopping in un centro commerciale. Ci sono poi persone che evadono sulla spinta della passione: una partita a calcetto di un torneo a Catania, è finita, con l’arresto di un 39enne riconosciuto dagli avversari poliziotti. C’è l’onda del fascino irresistibile di una giornata all’acquapark dietro l’evasione di un 31enne di Melilli (nel Siracusano). I meno avventurosi, evadono semplicemente per andare a fare colazione al bar, come è successo a Pachino (in provincia di Siracusa) dove un 26enne è stato trovato comodamente seduto ai tavolini.

C’è chi pare evada per allungare la lista dei propri reati: come il 20enne che è stato fermato nel quartiere Picanello di Catania a bordo di un’auto appena rubata, che guidava a volto coperto e con i fari spenti. Molti sono i casi di siciliani che evadano per compiere furti e rapine. A essere prese di mira sono case private ma anche diverse attività commerciali (tabaccherie, bar, negozi di abbigliamento), ma anche macchine parcheggiate lungo le strade. Qualcuno esce di casa nonostante i domiciliari come nel caso del 30enne catanese che è evaso per continuare a spacciare ai clienti che lo aspettavano in piazza. Insomma, per non perdere il posto.


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