Comunali Catania, il campo largo si prende altre 72 ore per il nome del candidato sindaco. Caserta: «Io disponibile»

«Piena e totale convergenza sul metodo e sul percorso per dare alla città, nel corso della settimana, una candidatura forte e condivisa». Si chiude così la tanto attesa riunione del campo largo progressista in vista delle elezioni comunali di fine maggio a Catania. La decisione di Movimento cinque stelle, Partito democratico, sinistra, realtà civiche e associazioni è quella di prendere ancora tempo: 72 ore spaccate (il cui conteggio parte dal tardo pomeriggio di domenica 19 marzo) prima di presentare il nome del candidato sindaco del capoluogo etneo e anche la squadra del fronte progressista. «Una squadra – si legge in una nota congiunta del campo largo – che avrà nel programma partecipato emerso dai tavoli programmatici Catania Libera Catania la sua stella polare, e nell’idea di un vigoroso rinnovamento etico e politico che riscatti la città dal disastro della destra il suo obiettivo principale».

Rimasto orfano dopo il passo indietro del presidente della comunità di Sant’Egidio Emiliano Abramo – il primo candidato che era stato ufficializzato e che ha rinunciato appena qualche giorno dopo per «motivi personali e familiari» – adesso il campo largo progressista ci va piuttosto cauto prima di mettere un altro nome sul piatto. Anche se la rosa tra cui scegliere oramai è fatta. Quello dell’ex ministra del Lavoro e delle Politiche sociali Nunzia Catalfo pare, però, già tramontato da quando il leader del M5s Giuseppe Conte non ha concesso la deroga del terzo mandato. Resterebbe in ballo il grillino Graziano Bonaccorsi che, negli ultimi anni, si è distinto per essere tra i più attivi consiglieri comunali di opposizione a Catania. Ma dal lato del Pd pare non ci sia troppa convinzione a puntare sull’altro lato del campo. E nemmeno nel proprio, visto che neanche su Niccolò Notarbartolo pare si sia trovata la quadra. Ed ecco che, così, a restare in gioco è Maurizio Caserta.

«Io ho dato la mia disponibilità e lo spero», ha detto il docente di Economia di Unict a MeridioNews. Il professore, che già nel 2013 aveva provato a diventare il primo cittadino etneo con il movimento Fondazione aperta, adesso è stato uno dei fondatori del gruppo Catania può. Una sigla attorno a cui, mesi fa, si sono riuniti attivisti della società civile, intellettuali del mondo accademico e delle professioni, che hanno dato il loro appoggio al campo largo progressista. «Abbiamo già lavorato tanto – spiega Caserta a MeridioNews – nell’organizzazione dei tavoli progressisti e nella scelta dei temi. Abbiamo invitato le forze politiche dell’area progressista a incontrarsi e confrontarsi per arrivare a una scelta di un progetto condiviso da portare avanti in comune». Questo sembra fatto, adesso bisognerà attendere ancora queste fatidiche 72 ore per capire chi ci sarà alla guida. «L’incidente con Abramo – così lo chiama Caserta – ha rimesso le carte in tavola e allungato un poco i tempi».

Intanto la scacchiera comincia a riempirsi, con alcuni che tengono in serbo qualche mossa strategica dell’ultimo minuto. La deputata di Prima l’Italia Valeria Sudano ha anticipato tutti nel centrodestra, forte del beneplacito del leader della Lega Matteo Salvini, con i cartelloni pubblicitari già affissi in giro per Catania senza simbolo della Lega ma con lo slogan Catania vale, ricostruiamola. Un balzo in avanti che Raffaele Lombardo (Mpa) non ha preso bene. L’ex presidente della Regione, appena assolto definitivamente nel processo per concorso esterno in associazione mafiosa, non ne ha fatto mistero durante il congresso degli autonomisti di ieri pomeriggio. «Se dovessimo andare da soli, mi candiderò a sindaco», ha annunciato Lombardo. Allungando così ancora la lista dei candidati dei centridestre (plurale inventato per rendere meglio il concetto di pluralità dentro il centrodestra) catanesi. Tra cui si deve contare anche, un po’ a sorpresa, l’ex assessore comunale ai Lavori Pubblici Pippo Arcidiacono (Fratelli d’Italia) che tre giorni fa ha scritto e inviato una nota: «Io resto in campo». Un campo che sta diventando largo anche da questa parte ma senza che, almeno finora, sia stata trovata una linea per l’unità. Tanto che Forza Italia ha chiamato a raccolta i propri per domani pomeriggio (lunedì 20 marzo) in un meeting all’hotel Nettuno dal titolo Obiettivo Catania. Un tavolo di confronto, in vista delle Amministrative nel capoluogo etneo, in cui sono previsti gli interventi del commissario provinciale Marco Falcone, del deputato all’Ars Nicola D’Agostino, del neo-commissario regionale Marcello Caruso e anche del presidente della Regione Renato Schifani.

Nel frattempo, qualche giorno fa anche il leader di Sicilia Vera e Sud chiama Nord Cateno De Luca ha ufficializzato il proprio candidato: l’avvocato 31enne Gabriele Savocagià soprannominato baby-Scateno. C’è poi Enzo Bianco il patto della pedana con Giancarlo Cancelleri. In pista restano anche i nomi che sono ormai ufficiali da tempo:  il vicepresidente del Consiglio comunale Lanfranco Zappalà che, dopo trent’anni tra gli scranni di Palazzo degli elefanti, ora punta alla poltrona più importante; l’imprenditore Riccardo Tomasello, noto per essere stato alla guida del comitato dei festeggiamenti della festa di Sant’Agata; l’avvocato penalista Giuseppe Lipera (ex militante del Partito radicale); l’avvocato Giuseppe Giuffrida e l’avvocato del Partito socialdemocratico italiano Vincenzo Drago


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