Svolta nell’omicidio del cuoco di Modica: condannato l’ex carabiniere che era stato assolto

Condannato dopo essere stato assolto. L’ex carabiniere Davide Corallo, imputato nel processo l’omicidio del cuoco di Modica (in provincia di Ragusa) Peppe Lucifora, era stato assolto in primo grado con formula piena. Adesso, invece, la Corte d’Assise d’Appello di Catania lo ha condannato a 15 anni di carcere. Era il 10 novembre del 2019 quando, all’interno di una stanza chiusa a chiave nella sua casa in largo XI febbraio a Modica, viene ritrovato il corpo seminudo del cuoco.

Foto di Davide Corallo su Facebook

La sentenza di assoluzione per Corallo era stata appellata sia dalla procura di Ragusa sia dalla parte civile, ovvero i tre fratelli di Lucifora rappresentati dall’avvocato Ignazio Galfo. La procura generale, aveva chiesto la condanna a 17 anni e quattro mesi per l’ex carabiniere. Durante il processo di secondo grado sono stati risentiti tutti i periti e consulenti, il medico legale Giuseppe Iuvara che ha effettuato l’autopsia sul cadavere di Lucifora e dodici nuovi testimoni.

Una vicenda complessa in cui fondamentali sono state le indagini scientifiche del Ris dei carabinieri all’interno dell’abitazione del cuoco. Gli approfondimenti si sono concentrati sui reperti prelevati dalla camera da letto e dal bagno. A essere analizzate sono state anche alcune maniglie delle porte, oltre al sifone del lavandino. Era stata una traccia mista di sangue di Lucifora e di Dna di Corallo, trovata nella corona dello scarico del lavandino del bagno, a portare i sospetti su sull’ex carabiniere. La datazione del reperto che individuava Corallo presente in casa in un orario compatibile con il delitto non aveva dato certezza scientifica.

Stando a quanto è stato ricostruito poi nel corso delle indagini, il cuoco modicano sarebbe stato prima tramortito e poi soffocato dalla morsa letale di una mano che gli avrebbe sfondato la trachea. La Corte d’Assise d’Appello ha condannato Davide Corallo – che si è sempre proclamato innocente – a 15 anni di carcere, con interdizione perpetua, libertà vigilata per tre anni scontata la pena, la sospensione della responsabilità genitoriale durante l’esecuzione della pena e una provvisionale alle parti civili di 10mila euro ciascuna. «Aspettiamo di leggere le motivazioni di questa sentenza di condanna che ribalta in toto quella precedente – dichiara a MeridioNews l’avvocato Piter Tomasello che difende Corallo – ma stiamo già valutando di presentare il ricorso in Cassazione».


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