Due sparatorie in meno di un’ora. Poi un’altra a distanza di appena 24 ore. Una decina di episodi di questo genere tra luglio e agosto. Sono numeri che danno la cifra della realtà che vive la città di Catania, in uno scenario che però non è certamente una novità. Questa impressionante regolarità nello sparare era […]
Catania sotto assedio: raffiche di sparatorie tra racket, intimidazioni e risposte Instagram
Due sparatorie in meno di un’ora. Poi un’altra a distanza di appena 24 ore. Una decina di episodi di questo genere tra luglio e agosto. Sono numeri che danno la cifra della realtà che vive la città di Catania, in uno scenario che però non è certamente una novità. Questa impressionante regolarità nello sparare era già emersa, senza andare lontano, nell’estate 2023. Allora il ministro dell’Interno Matteo Piantedosi, atterrato proprio alle pendici dell’Etna per presiedere un comitato per l’ordine e la sicurezza in prefettura, aveva ridimensionato il fenomeno. Due anni dopo la situazione sembra la stessa, ma c’è una differenza fondamentale: a essere prese di mira di notte sono le attività commerciali. Fucili o pistole, il copione è sempre lo stesso con decine di colpi sparati contro insegne e saracinesche. Un modus operandi che rimanda subito al sottobosco del racket ma che, in alcuni casi, fa battere gli investigatori altre strade.
Come nel caso della doppia sparatoria nella notte tra lunedì e martedì quando si è sparato prima verso un’abitazione in via Calabrò e poi contro un centro estetico in via Garibaldi. Due realtà che rimandano alla figura del noto pregiudicato catanese Giovanni Balsamo, che a settembre 2024, come il nostro giornale svelò per primo, venne rapito – e poi rilasciato – dalla sua abitazione proprio in via Calabrò da un gruppo di finti poliziotti in divisa. A distanza di alcune ore dalla sparatoria, a gettare ulteriore benzina sul fuoco ci ha pensato la compagna del pregiudicato, che è anche titolare del centro estetico contro il quale sono stati sparati i 21 colpi. La donna tramite il suo profilo Instagram ha condiviso una storia che non lascia spazio a interpretazioni: «Me la sento talmente sucata», si legge insieme a un’altra frase: «Ma talmente tanto ma tanto. E sempre a s… ci dovete andare». Subito dopo il testo l’emoticon di un cervo e quello di una mano che mima il gesto delle corna.

Intanto la deputata del Movimento cinque stelle Jose Marano ha presentato un’interrogazione urgente al governo regionale per chiedere l’intervento del Viminale. «Succede ogni santo giorno in tantissimi quartieri di Catania e anche in altri Comuni della provincia di assistere ad episodi di inaudita violenza. Non passa giorno che non si registrino furti, rapine, scippi ma anche minacce e intimidazioni a danno di cittadini, esercenti e turisti. La misura è colma», denuncia la deputata pentastellata – che è anche componente della commissione Antimafia all’Ars – chiedendo alla Regione di attivarsi per fare in modo che il ministero dell’Interno disponga interventi immediati a tutela della sicurezza. «Catania è una città allo sbando, ormai in balia dell’illegalità – chiosa Marano – Non possiamo restare con le mani in mano mentre la criminalità prende il sopravvento condizionando la nostra quotidianità e il nostro lavoro, penalizzando il turismo e alimentando la paura e il senso di impotenza della gente perbene che vorrebbe solo poter camminare per strada senza rischiare la vita».
Case private, piazze pubbliche, attività commerciali di diverso tipo: dalla gioielleria alla gastronomia, dal centro estetico al rifornimento di benzina fino al noleggio di automobili, scooter e quad. Sono questi i luoghi finiti nel mirino degli ultimi spari. L’ultimo episodio è di poche ore fa quanto a essere preso di mira, con almeno quattro colpi di fucile, è stato l’autonoleggio Diamond di via Plebiscito. Solo la notte prima, nel giro di nemmeno sessanta minuti – tra le 4 e le 5 del mattino – in città le sparatorie sono state due: prima contro un’abitazione privata in via Calabrò e, poco dopo, contro il centro estetico Woman’s secrets in via Garibaldi. All’inizio del mese di agosto, il piombo ha colpito altre due attività commerciali catanesi: la saracinesca della gioielleria Fefè Oro e Diamanti, molto nota sui social e in particolare su TikTok, è stata crivellata di colpi d’arma fuoco. La notte dopo, decine di colpi sono stati sparati all’indirizzo della gastronomia La Piramide che si trova sempre nella zona del viale Mario Rapisardi e precisamente in via Ammiraglio Caracciolo. Qualche sera dopo, diversi spari sono esplosi in via Acquedotto Greco.
E non è andata meglio nel mese di luglio quando, nel giro di appena una settimana, le sparatorie nel capoluogo etneo sono state ben tre. Nel cuore della notte di martedì 8 luglio i residenti della zona di piazza Viceré, nell’area a nord di Catania, sono stati svegliati dal rumore dell’esplosione di diversi colpi d’arma da fuoco: oltre 25 i bossoli trovati poi dagli inquirenti tra via Puglia e via San Gregorio. Meno di una settimana prima, a essere preso di mira e a finire sotto i colpi di pistola era stato un rifornimento di benzina Q8 in viale della Regione, nella zona sud del capoluogo etneo. La stessa sera in cui si era sparato anche in piazza San Cocimo, nel quartiere San Cristoforo.