Dopo i tre pluripregiudicati arrestati la scorsa settimana e un quarto uomo Michael Castrogiovanni dopo qualche giorno, i carabinieri hanno arrestato anche Damiano Lo Giudice. Pure lui accusato di essere un componente della banda delle bombe carta di Siracusa. L’uomo, che si trovava in Austria, si è consegnato alle forze dell’ordine dopo essere tornato in Sicilia. Salgono così a cinque le persone arrestate nell’ambito dell’indagine sugli avvertimenti con ordigni rudimentali piazzati davanti a diverse attività commerciali tra settembre del 2021 e marzo del 2022. Bombe carta che sono esplose provocando danni agli esercizi e anche ad alcune auto parcheggiate in strada. Stando a quanto è stato ricostruito nel corso delle indagini, dietro gli attentati intimidatori ci sarebbero dei debiti di droga da parte dei commercianti nei confronti del gruppo della piazza di spiaccio in viale dei Comuni, nella zona nord del capoluogo aretuseo. «Nessuno doveva mancare di rispetto al gestore della piazza e tutti i clienti dovevano sapere che i debiti andavano saldati», scrivono gli investigatori per motivare le azioni criminali della banda.
Nell’ambito della stessa inchiesta, altre sette persone risultano ancora indagate. Attratti dai facili guadagni e affascinati dalla metodologia criminale, si sarebbero messi a disposizione per tenere aperta tutto il giorno la piazza di spaccio. Un business di circa mille euro al giorno. Nel corso delle investigazioni è stato ricostruito anche un episodio di sequestro di persona: un uomo, che avrebbe accumulato un debito consistente per le sostanze stupefacenti, è stato rapito, picchiato e minacciato con una pistola per costringerlo a pagare. Come alternativa, avrebbe potuto svolgere servizi per la banda criminale. A Siracusa, dal 2017 le bombe carta fatte esplodere davanti alle attività commerciali sono state tante.
Dalle rosticcerie alle paninerie, dalle pizzerie ai pub e ai bar, un rivenditore di dolciumi, una palestra, un barbiere, un fabbro, un circolo ricreativo, un centro scommesse. Stando a quanto emerso finora dalle indagini, la matrice dei diversi atti intimidatori non sarebbe unica e non sarebbe sempre riconducibile al racket delle estorsioni. Dietro ci sarebbero anche questioni riguardanti il mondo del traffico e dello spaccio di droga oppure screzi personali. A fine gennaio, tre persone erano state arrestate per la bomba carta fatta esplodere davanti a una pizzeria, ma in quel caso non era stato possibile ricostruire il movente.
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