Non si tornerà a monte San Giorgio per cercare il cadavere di Simona Floridia. È quanto deciso, questa mattina, nel corso dell’udienza del processo d’Appello per l’omicidio della 17enne di Caltagirone (in provincia di Catania). Della giovane non si ha più nessuna traccia dalla sera del 16 settembre del 1992 e il suo corpo non è mai stato ritrovato. Ecco perché non si […]
Processo omicidio Simona Floridia: non ci sarà un altro sopralluogo a monte San Giorgio
Non si tornerà a monte San Giorgio per cercare il cadavere di Simona Floridia. È quanto deciso, questa mattina, nel corso dell’udienza del processo d’Appello per l’omicidio della 17enne di Caltagirone (in provincia di Catania). Della giovane non si ha più nessuna traccia dalla sera del 16 settembre del 1992 e il suo corpo non è mai stato ritrovato.
Ecco perché non si tornerà su monte San Giorgio
La richiesta dell’esperimento giudiziale con un nuovo sopralluogo sulla montagna che sovrasta Caltagirone era stata avanzata dall’avvocata Pilar Castiglia che difende Andrea Bellia. L’uomo che, a più di trent’anni dai fatti, è stato condannato in primo grado a 21 anni di carcere per l’omicidio di Simona Floridia. Bellia continua a professarsi innocente. All’istanza si era opposto l’avvocato Giuseppe Fiorito che assiste la mamma e il fratello della vittima, entrambi parte civile nel processo. La corte ha stabilito che le prove acquisite in primo grado sono già utili e sufficienti ai fini della decisione.
Le prossime udienze del processo per l’omicidio di Simona Floridia

Del resto, si tratta di ricerche già effettuate in passato a monte San Giorgio e che non hanno portato a nessun risultato. «Farle adesso sarebbe inutile – continua a sostenere l’avvocato Fiorito – perché i 33 anni trascorsi hanno modificato la montagna composta di un terreno argilloso». Il processo d’Appello adesso andrà avanti con il calendario delle prossime udienze già fissato. Mercoledì 10 dicembre è prevista la discussione del pubblico ministero. Le udienze successive, con le discussioni degli avvocati delle due parti, slittano all’anno prossimo. Il 14 gennaio discuterà l’avvocato Giuseppe Fiorito per le parti civili; mentre il 9 febbraio la parola andrà all’avvocata Pilar Castiglia che difende l’imputato.
Il processo riaperto a distanza di un quarto di secolo
Archiviato all’epoca, il processo è stato riaperto a 26 anni di distanza dai fatti. La svolta è arrivata dopo il ritrovamento di una conversazione telefonica intercettata avvenuta il 16 settembre del 1993. Esattamente un anno dopo la scomparsa di Simona Floridia. Gli interlocutori sono Mario Licciardi e Rossella Figura. Anche loro parte della stessa comitiva della vittima e dell’imputato. All’epoca fidanzati (dopo la fine di una relazione di Licciardi con Simona Floridia), oggi marito e moglie. Una conversazione durante la quale Licciardi riferisce alla fidanzata che Bellia gli avrebbe confidato di avere ucciso Floridia, aggiungendo che era inutile continuare a cercarla. Nel corso del processo di primo grado c’è anche stato un confronto all’americana tra l’imputato e il suo principale accusatore.