Omicidio Simona Floridia, ecco perché l’imputato è stato condannato dopo trent’anni

Della 17enne di Caltagirone Simona Floridia si è persa ogni traccia il 16 settembre del 1992 e il suo corpo non è mai stato ritrovato. A distanza di più di trent’anni, il 49enne Andrea Bellia – per cui i legali difensori avevano chiesto l’assoluzione – è stato condannato a 21 anni di carcere per l’omicidio aggravato dai futili motivi. «Impedire che potesse rivelare all’allora fidanzata l’esistenza di un’ulteriore relazione sentimentale», si legge nelle motivazioni della sentenza emessa dalla corte d’Assise di Catania presieduta dal giudice Sebastiano Mignemi. Rinviato a giudizio nell’aprile del 2018, Bellia è stato condannato dopo cinque anni. Adesso i suoi legali hanno presentato ricorso e la prima udienza del processo d’Appello è già stata fissata per gennaio del 2024. Un caso che era stato archiviato all’epoca e che è stato riaperto a 26 anni di distanza dai fatti dopo il ritrovamento di una conversazione telefonica intercettata avvenuta il 16 settembre del 1993, un anno dopo la scomparsa della vittima.

Il dialogo che ha fatto riaprire il caso

Gli interlocutori sono Mario LicciardiRossella Figura, la sua ragazza dell’epoca (subito dopo Simona Floridia) che oggi è sua moglie. L’uomo racconta che Bellia lo avrebbe cercato per chiedergli di riconoscere la voce nelle chiamate arrivata alla trasmissione Chi l’ha visto? come quella della giovane scomparsa. Una richiesta a cui Licciardi avrebbe risposto negativamente. Nel corso della stessa conversazione, riferisce alla fidanzata che Bellia gli avrebbe detto di avere ucciso Floridia aggiungendo che era inutile che si continuasse a cercarla. «La chiamata dimostra in modo inconfutabile – si legge nelle 216 pagine della sentenza – non solo il tentativo di depistaggio da parte di Andrea Bellia ma soprattutto la confidenza-confessione dell’imputato sulla sua responsabilità». Non solo, dunque, «l’imputato è ben conscio di averla uccisa» ma sarebbe anche consapevole che gli inquirenti «non avrebbero mai potuto trovare il corpo della ragazza, gettato nella scarpata sottostante al monte San Giorgio».

Non c’è la «presenza in vita» di Simona Floridia

Dai dati emersi a dibattimento, non ci sarebbero motivi familiari o personali per un allontanamento volontario di Simona Floridia, che era stata la prima ipotesi sul caso. Finita la storia con Licciardi e allontana dal gruppo di amici storici, «stava muovendo i primi passi in un nuovo rapporto sentimentale e in una nuova comitiva di amici con felicità e serenità». Vero che tra i genitori ci fosse stata una temporanea crisi matrimoniale, ma al momento della scomparsa era già appianata. Nessuna traccia della scomparsa è stata trovata in trent’anni e anche tutti i presunti avvistamenti non hanno avuto riscontri. Per le due chiamate a Chi l’ha visto?, inoltre, è stato provato che la voce non fosse di Floridia, ma anzi si sono rivelate un tentativo di depistaggio «posto in essere per sviare gli inquirenti dall’approfondimento dell’ipotesi di una morte violenta della ragazza».

Le confidenze a monte San Giorgio e in ospedale

Una gita sul monte San Giorgio e una visita in ospedale. Sarebbero questi i due episodi in cui il maggiore accusatore dell’imputato, Mario Licciardi, avrebbe ricevuto la confessione dell’imputato. Arrivati sulla cima della montagna che sovrasta Caltagirone, Bellia avrebbe indicato all’amico quello come il luogo in cui avrebbe fatto scomparire la ragazza. Un’area all’epoca frequentata dai giovani per fare dei pic-nic o per appartarsi alla ricerca di un po’ di intimità. Abitudine che, stando a quanto riportato dalla sua ex fidanzata Simona Regolo, anche l’imputato avrebbe avuto. Il secondo episodio di confidenze sarebbe poi avvenuto in ospedale dove Bellia era ricoverato dopo un incidente con la Vespa. «Si trovava in uno stato di shock – ha raccontato Licciardi – e aveva le lacrime agli occhi». Circostanze che l’imputato, che si è sempre professato innocente, nega siano mai avvenute. Per la corte, però, «riportano completa genuinità e totale attendibilità». Nessuna invenzione, nessun tentativo di calunnia. «Non si comprende perché il teste (Licciardi, ndr) avrebbe dovuto rendere false dichiarazioni accusatorie a distanza di vent’anni dalle avances di Bellia a Figura». E, in effetti, Licciardi parla soltanto quando viene fuori quell’intercettazione perché «non può più farne a meno».

L’ultima persona

Andrea Bellia è l’ultima persona a essere stata vista insieme alla ragazza scomparsa. Sono diversi i testimoni che hanno raccontato a processo di averli visti insieme sulla Vespa. Circostanza, quel giro sul mezzo a due ruote, che l’imputato non ha mai negato. Lui racconta, però, di avere lasciato la ragazza, intorno alle 20.30, davanti a un bar – il Red’s – e di essere rientrato a casa dopo essere passato dal luogo in cui di solito si ritrova con la comitiva, le Villette. Una ricostruzione che, stando a quanto messo nero su bianco nella sentenza, «appare foriera di notevoli intrinseche incongruenze» e su cui mancherebbero riscontri esterni. Bellia, infatti, non ricorda nessuna persona davanti al bar e non è stato in grado di fare nemmeno un nome degli amici incontrati dopo avere lasciato Floridia. Nessun testimone, inoltre, racconta di averlo visto. Elementi che per la corte che lo ha giudicato rendono inattendibile la versione fornita dall’imputato.

L’inattendibilità dell’imputato

«Le dichiarazioni di Andrea Bellia – si legge ancora nella sentenza – si connotano per essere tanto intrinsecamente inattendibili, quanto carenti di riscontri esterni corroboranti». E sono diversi gli esempi precisi che vengono fatti. A partire dal rapporto con Simona Floridia che, al contrario di quanto sostenuto dall’imputato, non sarebbe stato sereno. È l’amica della vittima, Saveria Tumino, a raccontare di avere assistito, anche se da lontano, a una animata discussione tra i due. «Inverosimili» è l’aggettivo usato per le dichiarazioni di Bellia sulla frequentazione di monte San Giorgio e sull’episodio del ricovero in ospedale. Anche il modo in cui si è comportato dopo i fatti viene preso in considerazione come «un elemento di prova a carico dell’imputato». Nel corso del dibattimento è emerso che Bellia, nei giorni successivi alla scomparsa, evitò qualsiasi contatto con i genitori della ragazza. Al punto che il padre di Bellia, nonostante con i coniugi Floridia ci fossero stati fino a quel momento ottimi rapporti, li avrebbe anche minacciati di non cercare mai più il figlio.


Dalla stessa categoria

Ricevi le notizie di MeridioNews su Whatsapp: iscriviti al canale

I più letti

Dal controllo della velocità alla segnalazione di un imminente pericolo. Sono gli Adas, i sistemi avanzati di assistenza alla guida che aumentano non solo la sicurezza, ma anche il comfort durante i viaggi in auto. Più o meno sofisticati, i principali strumenti Adas sono ormai di serie nelle auto più nuove, come quelle a noleggio. […]

Un aiuto concreto ai lavoratori per affrontare il carovita. Ma anche un modo per rendere più leggero il contributo fiscale delle aziende. Sono le novità introdotte dalla conversione in legge del cosiddetto decreto lavoro, tra cui figura una nuova soglia dell’esenzione fiscale dei fringe benefit per il 2023, portata fino a un massimo di 3mila euro. […]

Sono passati tre anni da quando un incendio ha distrutto l’impianto di selezione della frazione secca di rifiuti a Grammichele (in provincia di Catania) di proprietà di Kalat Ambiente Srr e gestito in house da Kalat Impianti. «Finalmente il governo regionale ci ha comunicato di avere individuato una soluzione operativa per la ricostruzione e il […]

«Era come avere la zip del giubbotto chiusa sopra e aperta sotto: ecco, noi abbiamo voluto chiudere la zip di questo giubbotto». Indispensabile se si parla di Etna, dove fa sempre fresco. È nato così CraterExpress, la nuova proposta che permette di raggiungere la vetta del vulcano a partire dal centro di Catania, con quattro […]

Leonardo Caffo, catanese. Fumettibrutti (Josephine Jole Signorelli), catanese. Fulvio Abbate, palermitano. La Sicilia contro Chiara Valerio. È la Sicilia, infatti, a essersi resa protagonista dell’abbattimento delle statue raffiguranti Chiara Valerio, iniziando la rivolta contro il regime amichettistico sotto il quale viviamo.Ricapitolando.Chiara Valerio, scrittrice, editrice, attivista, radiofonica, televisiva, premiata, capa assoluta di una certa parte del […]

Sul nuovo social network X, tale Esmeralda (@_smaragdos), commenta un articolo del Domani a proposito dei finanziamenti alla Cultura elargiti dai Fratelli d’Italia siciliani: «Amici, soldi (pubblici) e politica. In Sicilia tutto fa brodo. Su questo penso non leggerò un commento croccante di Ottavio Cappellani. Perché gli amici so’ amici, gli ex amici so’ nemici». […]

Dodici mesi, 52 settimane e 365 giorni (attenzione, il 2024 è bisestile e quindi avremo un giorno in più di cui lamentarci). Un tempo legato da un unico filo: l’inadeguatezza. Culturale, innanzitutto, ma anche materiale, davanti ai temi complessi, vecchi e nuovi. Difficoltà resa evidente dagli argomenti che hanno dominato il 2023 siciliano; su tutti, […]

Il seme del cambiamento. Timido, fragile e parecchio sporco di terra, ma è quello che pare stia attecchendo in questi ultimi mesi, dopo i più recenti episodi di violenza sulle donne. In principio, quest’estate, fu lo stupro di gruppo a Palermo. In questi giorni, il femminicidio di Giulia Cecchettin in Veneto. Due storie diverse – […]

Mai come in campagna elettorale si parla di turismo. Tornando da Palermo con gli occhi pieni dei metri di coda – moltiplicata per varie file di serpentina – per visitare la cappella Palatina e qualunque mostra appena un piano sotto, lo stato di musei e beni archeologici di Catania non può che suscitare una domanda: […]

Riforme che potrebbero essere epocali, in termini di ricaduta sulla gestione dei territori e nella vita dei cittadini, ma che sembrano frenate dalla passività della politica. Sembra serena ma pratica- e soprattutto, attendista – la posizione di Ignazio Abbate, parlamentare della Democrazia Cristiana Nuova chiamato a presiedere la commissione Affari istituzionali dell’Assemblea regionale siciliana. Quella […]

Dai rifiuti alla mobilità interna della Sicilia, che avrà una spinta grazie al ponte sullo Stretto. Ne è convinto Giuseppe Carta, deputato regionale in quota autonomisti, presidente della commissione Ambiente, territorio e mobilità all’Assemblea regionale siciliana. Tavolo di lavoro che ha in mano anche due leggi su temi particolarmente delicati: urbanistica e appalti. Con in […]

Dall’agricoltura alle soluzioni per il caro energia; dalle rinnovabili di difficile gestione pubblica allo sviluppo delle imprese bandiera del governo di Renato Schifani. Sono tanti, vari e non semplici i temi affidati alla commissione Attività produttive presieduta da Gaspare Vitrano. Deputato passato dal Pd a Forza Italia, tornato in questa legislatura dopo un lungo processo […]