I Santapaola e la lite al camion dei panini. Prima gli inviti alla calma, poi la coltellata: «È successo un macello»

Una gestione burrascosa, fomentata da una facile propensione all’utilizzo delle armi, anche per questioni banali. È quella che emerge nell’inchiesta Ombra sui nuovi assetti della famiglia di Cosa nostra catanese. Pestaggi, raid punitivi, vittime gambizzate, ma anche il piano per commettere un omicidio. Uno tra i fatti più salienti risale al 27 marzo 2023, nei pressi della stazione centrale di Catania, area che ospita diversi camion dei panini, alcuni dei quali riconducibili ad ambienti mafiosi. È lì che allora si fronteggiano il paninaro Francesco Raccuglia – cognato di Salvatore Santapaola – e Mario Privitera – figlio del boss ergastolano Orazio – insieme al presunto esponente del clan Cappello Domenico Querulo. Oggetto del contendere il mancato ritrovamento di un paio di occhiali da parte di Privitera. Una situazione degenerata rapidamente, dopo alcuni inviti alla calma da parte di Raccuglia e dei familiari, con la figlia che, secondo gli inquirenti, avrebbe addirittura sferrato una coltellata a Privitera.

Una diatriba che rischiava di aprire una faida tra gruppi mafiosi, tanto da essere oggetto di numerosi dialoghi finiti intercettati. In uno di questi si confrontano Daniele Strano, responsabile dei Santapaola per la zona della stazione, e Salvatore Iudicello: «Un macello è successo – racconta Strano – Siccome gli hanno detto “Domenica non montate altrimenti vi bruciamo il camion“, ci sto andando io… che mi scassano la minchia». La richiesta dei Cappello per chiudere la questione era semplice: gli stessi appartenenti ai Santapaola avrebbero dovuto picchiare Raccuglia al cospetto dei rivali. Decisione delicata che Strano non può prendere da solo. E senza neanche potersi confrontare con il collega responsabile del quartiere San Giovanni Galermo, che si dà malato e impossibilitato a un incontro. «Io come me la prendo la responsabilità di portargli un parente dei Santapaola per dargli botte? – insiste Strano, che vede una sola soluzione – Domani se la prende Ciccio la responsabilità. Ciccio Russo, solo lui se la può prendere». Colui che non dovrebbe essere nominato e invece viene nominato troppo spesso.

L’uomo gambizzato davanti ai centri commerciali

Il blitz Ombra fornisce lo spunto anche per chiarire quanto avvenuto lo scorso 31 ottobre nei pressi dei centri commerciali I Portali e Le Zagare, a San Giovanni La Punta. Quella sera tre persone, a bordo di una Smart scura, gambizzano un uomo originario della Romania. Dietro i fatti ci sarebbero state le rimostranze della vittima, l’imprenditore D. R. P., per non avere ricevuto la segnalazione di un intervento di soccorso stradale per la sua ditta. A inoltrargliela doveva essere il call center di cui era titolare Russo. Il faccia a faccia, come aveva raccontato MeridioNews, si concludeva con Russo che avrebbe colpito con uno schiaffo la vittima, il tutto con il supporto di due complici, tra cui il figlio Diego e l’indagato Valerio Pelleriti, che avrebbero picchiato D. R. P. con una mazza da baseball, per poi colpirlo con un colpo di pistola al piede. Subito dopo i fatti, i tre concordano una versione da fornire. Con Russo che si dice intenzionato a prendersi le proprie responsabilità: «Si è rotto il piede, tanto ci sono le telefonate registrate. Ragazzi – diceva – mi accollo tutte cose io, ma lui non mi può dire “Ti ammazzo, ti sparo, mi alzo tua moglie”».

Le risse e gli schiaffi a un Santapaola per una donna

Altri due episodi sono quelli risalenti al 26 agosto 2023 quando, durante una serata danzante in uno stabilimento balneare di Acicastello, alcuni malviventi, guidati da Daniele Strano e armati di pistola, avrebbero aggredito alcuni clienti del locale, colpendoli ripetutamente al capo con il calcio della pistola e minacciandoli con l’arma puntata al volto. Il 9 settembre 2023, invece, lo stesso gruppo avrebbe minacciato di morte Salvatore Gabriele Santapaola, nonostante la sua lontana parentela con un ramo della famiglia del boss Nitto. L’uomo sarebbe stato accusato di avere mancato di rispetto a una donna, vicina all’indagato Salvatore Castorina, ritenuto organico al gruppo della stazione. Santapaola viene schiaffeggiato a più riprese mentre vengono letti i contenuti di una chat e riprodotti alcuni messaggi audio su WhatsApp. «Appena solo la guardi, prende e ti ammazzo… Cornuto e sbirro». E giù di schiaffi. Castorina rincara poi la dose, nonostante le suppliche di Santapaola: «Appena lo stai negando di nuovo, vuoi vedere che ti sparo?». E ancora schiaffi. «Cornuto e sbirro ma come le fai queste cose… Tuo padre si è fatto 20 anni di carcere». Ultimi schiaffi.


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