«Vogliamo sapere qual è il futuro di STMicroelectronics a Catania, quali saranno gli investimenti e le prospettive occupazionali. Chiediamo al governo, che è anche azionista, di intervenire e chiediamo un tavolo tra azienda, sindacati e istituzioni». Lo dice Rosa Scollo, segretaria generale della Fiom Cgil di Catania, a proposito della vicenda dello stabilimento catanesi di […]
STMicroelectonics, Fiom-Cgil: «Quale futuro per lo stabilimento di Catania? Intervenga il governo»
«Vogliamo sapere qual è il futuro di STMicroelectronics a Catania, quali saranno gli investimenti e le prospettive occupazionali. Chiediamo al governo, che è anche azionista, di intervenire e chiediamo un tavolo tra azienda, sindacati e istituzioni». Lo dice Rosa Scollo, segretaria generale della Fiom Cgil di Catania, a proposito della vicenda dello stabilimento catanesi di STMicroelectronics, azienda che si occupa di microelettronica. Stamattina nella sede di GeoTrans, nella zona industriale di Catania, si è svolto un incontro sulla vicenda, al quale sono stati presenti deputati regionali, nazionali ed europei. L’iniziativa si intitolava STMicroelectronics, quale futuro per Catania?
«Dopo la procedura di cassa integrazione per 2500 persone – scrive Cgil in una nota – in risposta alla presunta crisi congiunturale che coinvolge l’azienda, (che nello stesso tempo conferma gli investimenti nel nuovo impianto per i wafer in carburo di silicio), è tempo di interrompere l’attesa e comprendere il da farsi». «Il ministro Adolfo Urso è venuto qui, a Catania, l’anno scorso, ad annunciare forti investimenti – aggiunge Scollo – Bene, ma dopo gli annunci servono i fatti. Da giugno scorso, assieme alle nostre Rsu, chiediamo un incontro al ministero: questa attesa non può essere infinita. Se necessario lo ribadiremo anche sotto al ministero. Perché STMicroelectronics è arrivata a essere ciò che è oggi grazie ai suoi lavoratori».
Secondo Cgil, «il futuro di STMicroelectronics a Catania dipende dalle strategie globali. Gli Stati Uniti, con il Chips Act da 52 miliardi, puntano a rilocalizzare la produzione, mentre l’Europa mira a raddoppiarla entro il 2030 con il proprio Chips Act, obiettivo difficile senza STMicroelectronics. Il piano China to China della multinazionale prevede, tuttavia, un rafforzamento della produzione in Asia, mettendo a rischio il ruolo dei siti europei». A questo proposito il segretario generale della Cgil di Catania, Carmelo De Caudo, dice che si tratta di «una questione che non riguarda solo i lavoratori dello stabilimento, ma l’intero tessuto produttivo di questo territorio. STM – continua De Caudo – è molto più di un’azienda: è un pilastro dell’economia catanese, un asse portante del lavoro qualificato, della ricerca, dell’innovazione».
«Con i suoi oltre 5000 dipendenti diretti e un indotto che ne coinvolge tante altre migliaia – prosegue De Caudo – STMicroelectronics rappresenta uno degli insediamenti industriali più rilevanti dell’intero Mezzogiorno. Non esiste, in Sicilia, una realtà produttiva con un impatto comparabile in termini di occupazione stabile e ad alta specializzazione». Cgil dice di essere «preoccupato per il piano che prevede esodi incentivati: ogni tre lavoratori che lasciano, ne entra solo uno, segnando il primo ridimensionamento storico della ST a Catania. La strategia industriale prevede il trasferimento delle tecnologie su silicio a impianti da 12 pollici, mentre quelle su carburo di silicio rimangono su impianti da 8 pollici. Poiché Catania non dispone di impianti da 12 pollici, se la produzione su silicio venisse sacrificata, unitamente a un rallentamento del mercato automotive, ritardi nella transizione energetica e l’inasprimento della guerra dei dazi, il sito subirebbe un colpo durissimo».
Ha chiuso i lavori Barbara Tibaldi, segretaria nazionale Fiom-Cgil. «La richiesta da parte della Fiom-Cgil è di trasparenza – dice Tibaldi – STMicroelectronics è un’azienda partecipata dallo Stato, che ha ricevuto cospicui finanziamenti pubblici. È inaccettabile che si parli di un piano tagli e di ristrutturazione dell’azienda. Oggi a Catania chiediamo alla politica di intervenire – continua Tibaldi – sono mesi che sollecitiamo al Governo la convocazione di un tavolo interministeriale, con i ministri Urso e Giorgetti, i vertici aziendali e i sindacati per fare chiarezza sul piano industriale di StMicroelectronics. Non si gioca a nascondino sulla pelle delle lavoratrici e dei lavoratori e sul futuro del territorio di Catania», conclude la segretaria nazionale Fiom-Cgil. All’incontro di stamattina sono stati presenti rappresentanti politici di Partito democratico, Movimento 5 stelle e Alleanza Verdi e Sinistra. Presente anche un rappresentante dell’arcidiocesi di Catania.