Sicilia, fallite 600 imprese per i ritardi nei pagamenti della pubblica amministrazione

“L’accordo con le banche per sbloccare una parte dei debiti accumulati dalla pubblica amministrazione nei confronti delle imprese è sicuramente una buona notizia. Ma si tratta comunque di una misura d’emergenza che non risolve il problema. Per questo, è necessario che il governo dia al più presto seguito alla direttiva europea che fissa il limite massimo di tempo per il pagamento delle forniture da parte degli enti pubblici a 30 giorni. Non è accettabile che ad oggi ci siano migliaia di piccole imprese, soprattutto nel settore sociale, costrette ad attendere anche più di due anni per ricevere quanto dovuto dallo Stato”.

Lo ha detto Michele Cappadona, presidente dell’Agci Sicilia, commentando l’incontro di ieri sera al ministero dello Sviluppo dove è stato affrontato il tema legato al possibile sblocco di una parte dei debiti della Pubblica amministrazione nei confronti delle imprese.

“In Sicilia nel 2011 – continua Cappadona – più di 600 imprese hanno dichiarato il fallimento. La maggior parte di queste a causa dei ritardi nei pagamenti da parte della Pubblica amministrazione. Ma non c’è solo lo Stato. Altro grave problema sono i ritardi dei pagamenti da parte della grande distribuzione nei confronti delle imprese fornitrici di beni. Se non affrontiamo con forza questi problema, i rischi per il tessuto produttivo e sociale dell’Isola sono altissimi”.


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