Adrano, Paternò, Biancavilla, Belpasso e Santa Maria di Licodia. Comuni difficili che rientrano in quello che è stato definito il triangolo della morte. Ieri sono stati ricevuti dal prefetto: disagio sociale e nuova gestione del servizio dei rifiuti alla base delle intimidazioni e delle minacce dell'ultimo periodo
Sale il livello di protezione per cinque sindaci «Dietro gli attacchi contro di noi un’unica regia»
Aumenta il livello di protezione per i sindaci del triangolo della morte. Saranno i carabinieri a presidiare con maggiore frequenza le abitazioni e i luoghi frequentati abitualmente dai sindaci di Adrano, Belpasso, Biancavilla, Paternò e Santa Maria di Licodia, dopo l’escalation di intimidazioni, minacce e attentati che hanno subito nell’ultimo periodo.
La decisione arriva alla fine dell’incontro di ieri con il prefetto di Catania Maria Guia Federico che ha ricevuto, su loro richiesta, Pippo Ferrante, Carlo Caputo, Pippo Glorioso, Mauro Mangano e Toto Mastroianni, rispettivamente sindaci di Adrano, Belpasso, Biancavilla, Paternò e Santa Maria di Licodia. Assente per impegni istituzionali Nino Di Guardo sindaco di Misterbianco. Una riunione durata quasi tre ore, che fa seguito a quella avvenuta lo scorso 28 ottobre ad Adrano, quando i sei sindaci all’indomani dell’attentato al primo cittadino di Biancavilla, Pippo Gloriso, si riunirono per chiedere un concreto aiuto da parte dello stato centrale.
«E’ necessario agire assieme – ha affermato Pippo Ferrante – probabilmente alla base degli attacchi ai sindaci c’è una regia unica: quella legata alla gestione del servizio della raccolta rifiuti. Può essere una coincidenza, ma in questi comuni gli amministratori stanno procedendo in un ottica diversa, che mira al risparmio per cittadini, a discapito delle aziende. Vogliamo rompere il sistema. Per questo chiediamo di essere ascoltati dalla commissione antimafia regionale e da quella nazionale». Duro il sindaco di Santa Maria di Licodia, Mastroianni, nei confronti della autorità centrali: «Ho detto al prefetto che ci sentiamo abbandonati dal governo centrale. Siamo semplicemente diventati esattori per conto dello Stato». Soddisfatto il sindaco di Paternò, Mangano: «Abbiamo affrontato diverse problematiche, soffermandoci su due criticità esistenti nei nostri territori: uno è quello del malessere sociale molto diffuso che significa disoccupazione, mancanza di redditi, bisogno di sussidi e interventi sociali. L’altro ci sembra quello dei rifiuti, un ambito critico per diversi aspetti e che produce tensioni sociali, come abbiamo già visto a Biancavilla con la questione degli operatori ecologici. Ed ancora l’avvio su tutti i comuni del comprensorio delle gare d’appalto per una nuova gestione del servizio. Il tema caldo dei rifiuti – ha continuato Mangano – ha provocato malumori nei cittadini per i disservizi nella raccolta; indirettamente i soldi che i comuni spendono per la spazzatura vengono tolti ai servizi sociali». Un Mangano che non nasconde le preoccupazioni per il futuro e che si sente in pericolo: «Noi sindaci siamo esposti non solo all’azione della criminalità, ma anche a quella di una persona che può aver un momento di squilibrio. Certamente viviamo in una situazione di pericolo che viene sottovalutata».
All’incontro erano presenti anche Nino D’Asero, deputato regionale, Nello Musumeci, presidente della Commissione Regionale Antimafia, e il senatore Salvo Torrisi, componente commissione nazionale giustizia del senato. «Il mio obiettivo – ha commentato quest’ultimo – è di portare i componenti della commissione giustizia sul nostro territorio in modo tale che ci possa essere un confronto con gli amministratori locali». I primi cittadini di Paternò, Misterbianco, Adrano, Biancavilla, Santa Maria di Licodi e Belpasso sottoscriveranno un documento unitario con una serie di proposte specifiche per la Regione che coinvolgono anche la prefettura.