Cronaca

Niko Pandetta rompe il silenzio via social: «Per me niente lavoro. In carcere trattato come un mafioso»

«Vengo tenuto in isolamento e trattato come un mafioso senza però avere commesso reati di mafia», firmato Niko Pandetta. È questo uno dei passaggi salienti di una lettera, poi pubblicata dal profilo Instagram, del noto cantante neomelodico passato alla musica trap. Pandetta si trova in carcere dal 19 ottobre del 2022, giorno in cui venne fermato per strada dalle forze dell’ordine nel quartiere di Quarto Oggiaro, a Milano. Il suo è stato un arresto annunciato dallo stesso cantante che sette giorni prima, il 12 ottobre 2022, aveva pubblicato un post in cui spiegava il suo imminente ritorno dietro le sbarre. Tutto scaturisce da una sentenza di condanna, diventata definitiva, a quattro anni di carcere per spaccio di sostanze stupefacenti. Reato di cui Pandetta si è macchiato mentre era agli arresti domiciliari e che poi è finito al centro dell’inchiesta Double Track della procura di Catania.

Passati due anni di Pandetta, che è nipote del boss ergastolano Turi Cappello e al quale dedicò anche una canzone, si è sempre continuato a parlare e quello di ieri è soltanto l’ultimo capitolo di una vicenda ancora lunga. Nella storia Instagram Pandetta spiega di essere ristretto nel carcere dell’isola di Favignana. «Una normale casa di reclusione che però è particolarmente difficile da raggiungere per i colloqui, considerando la posizione che impone prima di raggiungere Trapani e poi di imbarcarsi con l’aliscafo», spiega a MeridioNews l’avvocata Maria Chiaramonte. «Vengono tenuto in isolamento – si legge nella missiva social di Pandetta – e trattato come un mafioso». Il cuore vero del testo è però relativo alle richieste che il cantante avrebbe avanzato in questi due anni all’amministrazione penitenziaria. Istanze che sarebbero anche di natura lavorativa ma che «vengono rigettate in tempi record – scrive – Normalmente per ricevere una risposta, quando si fa una richiesta, passa qualche settimana. Io ricevo il rigetto già qualche ora dopo la richiesta. Sono arrivati al punto di dirmi che è inutile inviare le richieste».

«Le sue sono richieste ordinarie e previste dall’ordinamento penitenziario – spiega la legale – Pandetta non è infatti detenuto per reati ostativi. Una delle richieste, per esempio, era quella relativa all’affidamento in prova ai servizi sociali. Le sue lamentele possono anche essere legittime e noi, come avvocati, ci occupiamo di impugnare i dinieghi davanti le sedi opportune». Nella missiva Pandetta fa anche un riferimento all’inutilitá di un eventuale sciopero della fame o della sete «perché tanto la situazione non cambia». Un passaggio non casuale. Il 17 gennaio 2023, sempre tramite i social, era stata resa pubblica una lettera in cui Pandetta annunciava di non volere più alimentarsi per avere garantiti i suoi diritti da detenuto. Particolarmente duro un passaggio destinato della direttrice del carcere di Opera, a Milano: «Ci ho parlato una sola volta – scriveva Pandetta dopo avere ricostruito la prima settimana passata in carcere tra isolamento e sezione tossicodipendenti – La sua priorità è stata chiamarmi a colloquio non a capire le mie problematiche da detenuto. Ci ha tenuto però – sosteneva – a umiliarmi come persona e come artista. Dall’alto della sua ostentata superiorità, ha giudicato me e la mia musica e mi ha fatto capire che non siamo tutti uguali».

Dopo la condanna definitiva per droga Pandetta ha rimediato una nuova condanna in primo grado a un anno e quattro mesi di reclusione per rissa. Fatti risalenti all’aprile 2022 quando due gruppi di giovani si affrontarono a colpi di pistola dopo una rissa davanti alla discoteca ECS Dogana, al porto di Catania. Il giorno dopo il suo arresto Pandetta, tramite il suo entourage pubblicò il disco dal titolo Ricorso inammissibile. «Vi lascio in regalo le mie ultime settimane da persona libera. Perché le ultime settimane le ho dedicata completamente al disco». Qualche mese dopo, ad aprile 2023, con un nuovo post Pandetta sottolineava il desidero di potere uscire presto dal carcere «per potere lavorare e registrare i brani che sto scrivendo. Uscirò più forte di prima». Al momento il cantante potrebbe tornare in libertà, salvo sorprese, tra circa un anno.

Dario De Luca

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