Colpito uno dei principali canali di comunicazione del latitante di Castelvetrano. I messaggi sarebbero stati smistati in una campagna con la supervisione dell'anziano boss Vito Gondola. In manette alcuni presunti esponenti di spicco del mandamento di Cosa Nostra a Mazara del Vallo, Santa Ninfa e Partanna. Guarda il video
Mafia, presi 11 fedelissimi di Messina Denaro I suoi pizzini nascosti nelle campagne di Mazara
Il cerchio attorno a Matteo Messina Denaro si stringe. A essere colpita con l’operazione antimafia Ermes, è il cuore della rete dei suoi più fidati fiancheggiatori. Undici uomini tra vecchie conoscenze di Cosa Nostra trapanese e diversi insospettabili. L’obiettivo, quello principale, rimane sempre il super latitante di Castelvetrano, considerato il vero capo della mafia siciliana e ormai irreperibile da 23 anni.
Il ruolo principale nella rete dei postini del padrino trapanese sarebbe stato quello occupato da Vito Gondola, 77 anni, già condannato per associazione mafiosa e ritenuto dagli inquirenti il capo della mafia a Mazara del Vallo. Una comunicazione vecchio stampo per gestire affare e impartire ordini, fatta di pizzini arrotolati e sigillati con l’utilizzo dello scotch che venivano girati ai destinatari passando sempre per una masseria negli agri mazaresi. Procedure collaudate, almeno fino al 2014, con i messaggi che, in attesa della consegna, venivano nascosti tra i massi della campagna di proprietà di Michele Terranova, e recapitati ogni due settimane. Nella lista degli arrestati sono finiti anche l’imprenditore Domenico Scimonelli, Ugo Di Leonardo, architetto con un passato da funzionario comunale e Giovanni Mattarella, genero di Gondola.
«L’operazione di questa notte – ha spiegato a RaiNews24 Renato Cortese, direttore centrale dello Sco – si inserisce attorno ad altre operazioni. Colpendo i canali di comunicazione con gli uomini assolutamente più vicini al latitante per Messina Denaro ci saranno sicuramente dei contraccolpi. Adesso speriamo di raggiungere altri risultati, anche definitivi».
A svelare per ultimo gli ultimi segreti del latitante più ricercato d’Europa è stato Lorenzo Cimarosa, cugino acquisito di Messina Denaro. Parole che hanno aperto nuove indagini su un presunto tentativo di un faccia a faccia tra il padrino e uno dei generii di Totò Riina. È in questo contesto che l’imprenditore tira fuori il nome di Vito Gondola. Sarebbe dovuto essere lui, secondo il dichiarante, ad occuparsi dell’organizzazione dell‘incontro poi saltato per volontà della primula rossa di Castelvetrano. Non solo incontri ma anche pizzini. Anche Cimarosa ha svelato alcuni dettagli nella gestione della posta. Messaggi che in passato hanno avuto come centro di smistamento la casa di Patrizia Messina Denaro, sorella del boss che imponeva la regola inviolabile di leggerli e distruggerli. La donna è stata condannata nel marzo scorso dal tribunale di Marsala a 13 anni per concorso esterno in associazione mafiosa.
Gli arrestati: Vito Gondola, 77 anni, Leonardo Agueci, 28 anni, Ugo Di Leonardo, 73 anni, Pietro e Vincenzo Giambalvo, 77 e 38 anni, Sergio Giglio, 46 anni, Michele Gucciardi, 62 anni, Giovanni Loretta, 43 anni, Giovanni Mattarella, 49 anni, Giovanni Domenico Scimonelli, 48 anni, Michele Terranova, 46 anni.