Cronaca

La Chiesa siciliana crea un centro di ascolto per gli abusi sessuali sui minori

Servizi attivi in tutte le 18 diocesi siciliane e un’equipe al lavoro per il Centro regionale di ascolto. All’indomani delle celebrazioni per la II Giornata nazionale di preghiera per le vittime e i sopravvissuti agli abusi, il Servizio regionale tutela minori della Conferenza episcopale siciliana ha creato il Centro regionale di ascolto del quale fanno parte don Fortunato Di Noto (il fondatore di Meter che da anni si occupa di contrastare la pedofilia e il fenomeno della pedopornografia), Remigia D’Agata, Francesco Guarneri e don Andrea Zappulla.

Il Centro regionale servirà non solo per fare rete con i Servizi diocesani territoriali già attivati ma soprattutto per raccogliere testimonianze e segnalazioni su casi di abusi. Uno dei percorsi che il Servizio regionale ha attivato è quello della formazione. Da qui, gli incontri nelle varie diocesi con i presbiteri e gli operatori pastorali che sono stati già avviati sull’intero territorio siciliano. Diverse le diocesi che, nell’ultimo periodo, sono state interessate da vicende del genere: dal processo che si sta celebrando a carico del sacerdote della diocesi di Piazza Armerina Giuseppe Rugolo per violenza sessuale aggravata ai danni di minori fino alla denuncia presentata da un giovane di Francofonte (in provincia di Siracusa) per i quasi dieci anni di abusi sessuali subiti da un cappellano militare quando era minorenne.

La Conferenza episopale italiana proprio ieri ha presentato il primo report sulla rete territoriale del servizio. Dati che si riferiscono al biennio 2020-2021. È emersa la prevalenza di comportamenti e linguaggi inappropriati (con 24 casi segnalati), seguiti da toccamenti (21 episodi), molestie sessuali (13), rapporti sessuali (nove casi segnalati); esibizione di pornografia (quattro); adescamento online (tre) e atti di esibizionismo (due). Le segnalazioni fanno riferimento a casi recenti o attuali per il 52,8 per cento e a casi del passato per il 47,2 per cento.

Questi dati riguardano 68 presunti autori di reato che, in oltre metà dei casi, hanno tra i 40 e i 60 anni all’epoca dei fatti. Il ruolo ecclesiale ricoperto al momento dei fatti è quello di chierici (30), a seguire di laici (23), infine di religiosi (15). Tra i laici emergono i ruoli di insegnante di religione; sagrestano; animatore di oratorio o grest; catechista; responsabile di associazione. Il contesto nel quale i presunti reati sono avvenuti è quasi esclusivamente un luogo fisico (94,4 per cento), in prevalenza in ambito parrocchiale (33,3 per cento) o nella sede di un movimento o di una associazione (21,4 per cento) o in una casa di formazione o seminario (11,9 per cento).

Redazione

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