Dall'Etna alle Madonie, dai Nebrodi alla pineta di Calaforno nel Ragusano fino agli uliveti secolari dell'Ennese e a ettari ed ettari di terreni coltivati dell'Agrigentino. Le opposizioni hanno chiesto al presidente dell'Ars «una seduta straordinaria per l'emergenza»
Incendi, tutta la Sicilia continua ancora a bruciare «Non sono coincidenze, c’è dietro la mano criminale»
Dall’Etna alle Madonie, dai Nebrodi alla pineta di Calaforno nel Ragusano fino agli uliveti secolari dell’Ennese e a ettari ed ettari di terreni coltivati dell’Agrigentino. Tutta la Sicilia continua a bruciare al punto da apparire come un’isola tempestata di puntini rossi nella mappa pubblicata dalla Nasa. La Regione ha già dichiarato lo stato di crisi e di emergenza e dopo le richieste del presidente Nello Musumeci, all’inizio di agosto il presidente del Consiglio dei ministri Mario Draghi ha firmato un Dpcm con la dichiarazione dello stato di mobilitazione nazionale del sistema della protezione civile. Restano, però, diverse falle nel sistema degli aiuti regionali da erogare alle aziende zootecniche danneggiate dalle fiamme. Intanto dalle opposizioni (M5s, Pd, Cento passi e Italia viva) arriva la richiesta al presidente dell’Ars Gianfranco Miccichè di convocare «una seduta d’aula straordinaria entro il 20 agosto per discutere dell’emergenza incendi che sta devastando l’isola».
È ancora in fase di spegnimento il rogo che ha distrutto una parte del versante Nord dell’Etna, riducendo in cenere vaste aree del territorio di Linguaglossa, nel Catanese. A Paternò, nel pomeriggio di ieri, un agricoltore di 30 anni è morto mentre a bordo di un trattore stava andando a difendere il proprio terreno che stava bruciando. Anche in provincia di Palermo un’altra notte di fiamme, in particolare a Polizzi Generosa, Castellana Sicula e Geraci Siculo. Da questa mattina bruciano boschi e macchia mediterranea anche a Petralia Sottana e Petralia Soprana. A peggiorare la situazione non solo le alte temperature di questi giorni ma anche un forte vento di scirocco. Vigili del fuoco, protezione civile e forestale sono ancora al lavoro per proteggere abitazioni e aziende agricole.
«Non credo alle coincidenze, dietro c’è sicuramente la mano maledetta di qualche criminale che ha appiccato il fuoco». Ne è convito Calogero Cattano, il sindaco di Caltabellotta, il centro dell’Agrigentino che la scorsa notte è stato interessato da un vasto rogo che è stato domato all’alba. Le fiamme, che si sono sviluppate all’ingresso del paese (nel promontorio che delimita via Roma) partendo da pascoli e sterpaglie, sono arrivate a lambire le abitazioni: diversi residenti hanno abbandonato le loro case per paura che venissero avvolte dal fuoco e sono scesi in strada. Al momento, non risultano persone rimaste ferite ma «sono andati in fumo centinaia di ettari, causando danni gravissimi per i nostri allevatori», ha sottolineato il primo cittadino.
Brucia anche il territorio della provincia di Enna dove all’alba sono ripresi gli interventi aerei di spegnimento del rogo divampato ieri nella zona residenziale di Pergusa (dove una settantina di famiglie sono state fatte evacuare perché le loro palazzine erano circondate da fiamme altissime) e che è proseguito poi per tutta la notte spostandosi verso piazza Armerina. Le fiamme hanno investito la vallata tra Pergusa e Valguarnera, distruggendo pure due aziende agricole. In una di queste non è stato possibile nemmeno mettere in salvo il bestiame. Nella notte, il fronte ha devastato contrada Pollicarini e distrutto un uliveto secolare nell’area di un agriturismo. Dall’alba il fuoco ha cominciato a risalire un costone fino ad arrivare a minacciare la pineta di Pergusa, nell’area della riserva naturale. Per le operazioni di spegnimento sono impegnati anche due elicotteri e un canadair. Altri incendi stanno interessando i territori di Troina e Nicosia: si tratta di un nuovo fronte dell’incendio divampato ieri a cavallo tra le Madonie e i Nebrodi. Qui, ormai da giorni, si tenta di fronteggiare le fiamme che hanno divorato terreni agricoli, boschi, pascoli, distruggendo aziende e uccidendo il bestiame. Il fronte, partito da Gangi (Palermo), quasi una settimana fa, ha raggiunto le aree del Messinese, attraversando le montagne siciliane.
Difficile la situazione pure nel Ragusano, dove un incendio scoppiato ieri mattina ha devastato la pineta di Calaforno, nel territorio di Giarratana. Due elicotteri e due canadair sono ancora in azione perché le fiamme continuano a procedere. Preoccupano soprattutto le condizioni di cava Cavoli lungo la Giarratana-Ragusa e cava Volpe sulla Ragusa-Chiaramonte. Da ieri è operativo il Centro coordinamento soccorsi attivato e coordinato dal prefetto di Ragusa Giuseppe Ranieri, cui partecipano i rappresentanti del sistema di protezione civile e i sindaci dei territori coinvolti. Il dipartimento dei vigili del fuoco ha disposto il richiamo di personale libero e il raddoppio dei turni; le squadre operative sono passate da quattro a otto. I comuni di Giarratana e Monterosso Almo stanno pubblicando un avviso per la ricognizione dei danni e richiederanno lo stato di calamità.