Fontanarossa e lo sviluppo del territorio Bianco: «Il Comune etneo sarà socio Sac»

Turismo e infrastrutture. Sono queste le parole chiave di L’aeroporto di Catania e lo sviluppo del territorio, il primo di una serie di incontri promossi dalla Sac, la società di gestione dello scalo etneo, dal titolo metaforico L’isola che decolla, che si è tenuto ieri alle Ciminiere alla presenza di diversi esponenti del mondo politico, imprenditoriale e sindacale. Una serie di incontri promossi al fine di dibattere sui temi dello sviluppo economico e sociale e sul rapporto fra i diversi sistemi di trasporto con lo scopo di migliorarne le condizioni per tutti.

Un concetto di sviluppo sinergico che vuole partire dall’aeroporto di Fontanarossa, recentemente al centro dell’attenzione mediatica e politica a causa del suo declassamento da parte dell’Unione europea «sulla base di un ragionamento demenziale – come lo definisce il sindaco Enzo Bianco – che non considera il bacino d’utenza». «Una struttura che è di certo un punto di riferimento per il territorio di cui è una componente», afferma l’amministratore delegato della Sac, Gaetano Mancini. Un pensiero condiviso dal primo cittadino etneo, il quale ha annunciato che la città di Catania entrerà a fare parte della Sac. Allo scopo di potenziare la parabola positiva degli ultimi anni, infatti, «cederemo il terreno richiestoci per farne un parcheggio e, in virtù della valutazione di questo, diventeremo soci», spiega Bianco.

Ma l’aeroporto di Catania, sebbene adesso sia in crescita, non ha sempre goduto di ottima salute. È Mancini a spiegare l’evoluzione in positivo, dal 2007 ad oggi, dello scalo più importante del Sud per traffico, capace di servire sette città siciliane su nove. È in quest’anno infatti che viene firmata una concessione quarantennale con il Comune di Catania, dalla quale «derivava l’obbligo di abbassare i costi e innalzare i ricavi, pena la morte stessa del servizio. E così abbiamo fatto – spiega l’amministratore delegato – Da una parte, abbiamo pensato a un sistema di start up tra l’aeroporto di Catania e quello di Comiso, costola del primo, e dall’altra a un investimento generale di circa 600 milioni di euro». È partita così una politica di investimenti e di incentivazione delle compagnie aeree «non tanto per il traffico domestico che è sempre molto buono, ma soprattutto per quello internazionale – afferma Mancini – È in quest’ottica ad esempio che abbiamo fatto gli accordi con Rayanair e con Easyjet». E se la Sac è pronta a fare ancora di più, cerca il sostegno da parte del resto del territorio «di cui siamo parte e con cui dobbiamo essere in sinergia».

Convinto dell’importanza dell’azione combinata tra tutti gli attori locali è anche il sindaco Enzo Bianco, certo che «il declassamento dell’aeroporto sia emblematico di quello della città che per tanti anni si è divisa e ha fatto a botte in tutti i settori finendo marginalizzata». L’unica soluzione per il sindaco sta quindi «nel lavoro di squadra». È convinto che l’impresa di risollevare la città e i suoi comparti produttivi sia assolutamente possibile perché le condizioni sono favorevoli. «Con l’impegno di tutti Catania può diventare una delle città meglio strutturate del bacino del Mediterraneo, capace di attirare milioni di turisti. Dobbiamo crederci», dichiara.

Oltre all’annuncio dell’ingresso del Comune in Sac, Bianco si impegna anche a «mantenere decorosa l’area intorno all’aeroporto con una maggiore illuminazione e pulizia». Per il futuro, poi, indica come prioritario, al pari di Gaetano Mancini, una nuova pista e l’interramento della ferrovia. A tal proposito spiega quindi che bisognerà scegliere tra il progetto di collegamento della città della Circumetnea e quello delle Ferrovie dello Stato. «Non possiamo permettercene due, ma il collegamento con la linea ferrata va fatto. Gli investimenti per l’aeroporto non sono rinviabili, perché rappresenta praticamente l’unico mezzo di trasporto che ci rimane in Sicilia», conclude.


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