Sul mega progetto per produrre energia rinnovabile sulle acque trapanesi, in questi giorni, ci sono stati dei passi avanti. A questi si sono opposti deputati e sindacati. «Piano privo di adeguati pareri. Non si approvi a scatola chiusa», afferma Valentina Palmeri
Egadi, il «no» dell’Ars al parco eolico offshore «Governo regionale consideri queste posizioni»
«Spero che la netta presa di posizione delle commissioni e dei deputati dell’Ars per un progetto che qualcuno vorrebbe approvare a scatola chiusa convinca il Governo regionale ad avere un ruolo non passivo sulla vicenda del parco eolico al largo delle Egadi». A parlare è la deputata dei verdi Valentina Palmeri dopo il voto della risoluzione congiunta della quinta e terza commissione, che si sono espresse in maniera contraria sul progetto che prevede un impianto di pale eoliche che dovrebbero essere installate nei fondali marittimi a largo delle acque del Trapanese. Si tratta di un progetto di 2,8 GW su una prima iniziativa del governo nazionale per incrementare le fonti di energia rinnovabile.
Se prima le pale eoliche installate svettavano tra vasti ettari di terra, attirando le critiche e le perplessità di ambientalisti ed esperti, la sostanza non cambierebbe nemmeno se le pale cominciassero a funzionare in mezzo al mare. «Non posso che confermare il mio convinto sostegno allo sviluppo delle energie rinnovabili – dice Palmeri – ma anche il mio più fermo no a progetti privi di adeguati pareri e valutazioni sul loro impatto ambientale, economico e paesaggistico. Non sappiamo – prosegue – quali conseguenze l’impianto potrebbe portare per l’occupazione nei settori della pesca, dell’ittiturismo e del turismo».
Nel progetto sono previste duecento turbine: le più vicine piazzate a una trentina di chilometri dall’isola di Marettimo, a cinquanta da Favignana e a poco più di settanta da Marsala. I cavi si dovrebbero sviluppare lungo la costa tirrenica per poi risalire fino alla cittadina salernitana di Montecorvino Rovella. A mostrare il suo interessamento sul progetto è stata Renexia, società che ha portato avanti iniziative sulle rinnovabili negli Stati Uniti e in Tunisia. La holding che controlla Renexia è la Toto, di proprietà di Carlo Toto. I documenti, con una ampia relazione pronta a confutare le tesi di chi indica come il mega impianto avrà un impatto sull’ecosistema, sono stati depositati lo scorso anno.
Gli aerogeneratori, infatti, dovrebbero essere installati in un’area occupata da siti appartenenti alla rete Natura 2000. E secondo gli ambientalisti avrebbero incidenze su uccelli, pesci e cetacei. Ma Renexia nella relazione prova a replicare sottolineando che non esisterebbe una mappatura delle rotte degli uccelli e per quanto riguarda l’impatto sulle specie del mare, quei punti sono interessati da un importante traffico marittimo. Al contrario, il parco eolico offshore distoglierebbe la pesca in quelle aree sensibili e di riproduzione delle specie. Oltre a contestare il progetto per il suo impatto ambientale, rimangono pure le perplessità di Palmieri e di alcuni ambientalisti sulle procedure attivate dalla società per avere la concessione demaniale.
Sul parco eolico, in questi giorni, si sono espressi pure i sindacati. Le sigle Flai Cgil, Fai Cisl e Uila Uil Trapani con Giovanni Di Dia, Franco Nuccio e Tommaso Macaddino che hanno ribadito la loro contrarietà all’iniziativa. «Lo scorso anno c’è stato un primo incontro a cui hanno partecipato i sindacati, i sindaci dei comuni rivieraschi e i rappresentanti di varie associazioni di categoria, in occasione del quale abbiamo già espresso i nostri dubbi sul progetto – dicono – Oggi, alla luce dei nuovi passi avanti dell’iter progettuale, abbiamo bisogno di comprendere dettagliatamente se il progetto possa rappresentare un pericolo concreto per l’occupazione in settori tanto nevralgici per la nostra economia, che insieme danno lavoro a migliaia di persone considerando anche l’indotto». La società ha assicurato l’ecosostenibilità del parco eolico, «ma nulla è stato detto di esaustivo sull’impatto per i settori lavorativi che ne potrebbero essere coinvolti. Abbiamo bisogno di certezze e di conoscere le previsioni non solo a breve ma anche nel medio e lungo termine. Chiediamo pertanto -concludono Di Dia, Nuccio e Macaddino – che la Regione siciliana ci coinvolga nella discussione e nel confronto».