«Se il focolaio fosse stato in Sicilia, ni nni putevamu scappari». A parlare è un presidente della Regione provato dalle tensioni di questi giorni. «Ho centinaia di esempi di persone che provengono dal Nord e che non sono state controllate da nessuno», lamenta
Coronavirus, Musumeci chiede di aumentare i controlli «Sarebbe meglio che i turisti del Nord non venissero»
«Immaginate se il focolaio fosse stato in Sicilia, ni nni putevamu scappari», si lascia sfuggire il governatore a margine di una conferenza stampa convocata questa mattina a Palazzo d’Orleans per presentare il nuovo bando di Garanzia Giovani. È un Nello Musumeci provato dalla tensione di questi giorni, che non si nega alle domande dei cronisti, ma invita anche la stampa a non alimentare il panico.
«Nessuno vuole fare polemiche – prosegue lo sfogo – però, santo Dio, è possibile che la gente possa arrivare dal Nord e nessuno controlli? È mai possibile che due casi abbiamo avuto ed entrambi non fossero stati controllati al loro arrivo in Sicilia? Noi vogliamo potere dire “venite, la Sicilia è un posto sicuro”. Ma per farlo, dobbiamo tenere altissimo il livello dei controlli. Sarebbe meglio che i turisti dal Nord Europa non venissero». Probabilmente un lapsus, mentre l’invito sembrava più riguardare il Nord Italia. Musumeci aggiusta poi il tiro, esorta al senso di responsabilità individuale e collettiva, chiede a chi sospetta di avere dei sintomi da coronavirus di restare a casa e chiamare i soccorsi. Ma, alla fine della fiera, il vero «aiutiamoli a casa loro», Nello Musumeci lo rivolge ai settentrionali più che ai migranti.
Senza nascondere, però, l’amarezza per lo sbarco delle 194 persone a bordo della Sea Watch a Messina. «Il governo di Roma – aveva commentato in una nota diffusa poco prima della conferenza stampa – ha respinto la nostra proposta, autorizzando a Messina lo sbarco dei migranti e il loro isolamento in un hotspot che le autorità sanitarie hanno dichiarato inadeguato allo scopo. È una decisione grave che non rispetta la dignità dei migranti e le preoccupazioni dei siciliani. Sarebbe stato più umano indirizzare la nave in un porto attrezzato e in un territorio lontano dalla emergenza sanitaria».
Nel corso della conferenza stampa, Musumeci ha tenuto a precisare che «la Sicilia non è una terra in cui non si può sbarcare, non si può atterrare, non si può arrivare in treno. Ma servono i controlli per i turisti, per i professionisti, per gli studenti, e anche per i migranti. Questo governo regionale – ha aggiunto – ha sempre avuto un atteggiamento sobrio sulle politiche legate ai migranti, però ci vuole anche senso di responsabilità».
Sulla gestione dello sbarco dei migranti, la posizione è stata chiara sin dal primo momento. «In una condizione di seria e diffusa preoccupazione, ritenevamo giusto che i migranti restassero a bordo della nave per la quarantena. Se la nave non fosse stata in condizione di ospitarli – aggiunge il governatore – allora si sarebbe potute trasferire nell’hotspot. Ma, poiché l’hotspot non è compatibile con le esigenze sanitarie in atto, il senso di responsabilità avrebbe dovuto indurre l’autorità nazionale a indicare un altro porto in territorio che non è in emergenza sanitaria – lamenta Musumeci – Dovreste leggere la dichiarazione dell’Asp di Messina dopo il sopralluogo. Molte volte il buonismo è una maschera per nascondere la più nera delle ipocrisie. Anche da parte di alcuni politici».
Ancora, a proposito dei controlli dei pendolari che arrivano dalle zone rosse e gialle, Musumeci ha ribadito di avere già avanzato la richiesta «al ministero della Sanità, così come in sede di Consiglio dei Ministri. La risposta è stata che le misure di controllo sono state tutte adottate. Io dico che non è così. Ho centinaia di esempi di persone che provengono dal Nord e che non sono state controllate da nessuno».