Processo Lele Scieri, condannati per omicidio i due ex caporali

Sono stati condannati i due ex caporali Alessandro Panella e Luigi Zabara. Finisce così il processo di primo grado con rito ordinario per l’omicidio volontario aggravato del parà siracusano Emanuele Scieri, avvenuto all’interno della caserma Gamerra di Pisa nell’agosto del 1999. Per loro il procuratore Alessandro Crini aveva chiesto rispettivamente una condanna a 24 anni e 21 anni, riconoscendo le attenuanti generiche. I loro legali ne avevano chiesto l’assoluzione. La condanna è a 26 anni di carcere per Panella e 18 per Zabara. Una sentenza che è arrivata un mese dopo rispetto al giorno in cui era attesa: il 14 giugno, infatti, dopo una lunga camera di consiglio, la corte d’Assise di Pisa aveva chiesto di sentire altri tre testimoni che sono stati ascoltati nel corso dell’udienza di oggi: si tratta di tre donne – all’epoca in vacanza – che, in quel fine settimana di Ferragosto del 1999 uscirono con uno degli allora commilitoni di Scieri, Antonio Pascarella. Uno dei testimoni che aveva ricevuto le confidenze da parte del supertestimone Alessandro Meucci e che ha raccontato di avere visto gli imputati svegli e ancora in giro per la caserma proprio quella notte.

Nel procedimento con il rito abbreviato, invece, in primo grado erano già stati assolti il sottufficiale dell’esercito Andrea Antico, anche lui accusato di omicidio, e gli ex ufficiali della Folgore Enrico Celentano e Salvatore Romondia per il reato di favoreggiamento. Sentenza per cui la procura ha già fatto appello e il processo di secondo grado dovrebbe iniziare a breve. Un caso che, all’epoca, era stato archiviato come suicidio con l’ex pubblico ministero Giuliano Giambartolomei convinto che «nelle indagini la verità non viene quasi mai fuori». A distanza di vent’anni, però, il procedimento è stato riaperto.

Ci sono voluti 24 anni, una battaglia portata avanti dai familiari (la mamma Isabella e il fratello Francesco che si sono costituiti parte civile assistiti dagli avvocati Alessandra Furnari e Ivan Albo) e dagli attivisti dell’associazione Giustizia per Lele e una commissione parlamentare d’inchiesta per arrivare a un processo che, almeno nelle fasi iniziali, è andato avanti parallelamente sia al tribunale militare di Roma che al tribunale ordinario di Pisa. Era stata poi la prima sezione penale della Corte di Cassazione a risolvere il conflitto di giurisdizione a favore di quest’ultimo. Nel corso del procedimento sono stati ascoltati oltre cento testimoni che hanno aiutato nella ricostruzione dell’intera vicenda: dalle leve che fecero insieme a Scieri il viaggio in pullman dal centro di addestramento di Firenze alla caserma Gamerra di Pisa, con gli allievi parà costretti a stare seduti nella posizione della sfinge; ai commilitoni che trovano il cadavere, tre giorni dopo la morte – nonostante un’ispezione fatta all’alba del giorno di Ferragosto dai vertici – sotto la torretta di asciugatura dei paracadute. Tanti i «non ricordo» dietro cui si sono trincerate molte delle persone chiamate in aula compreso Stefano Viberti, il commilitone che fin dal primo momento è stato considerato «il supertestimone». Un appellativo che, però, alla luce dei fatti, non sembra più calzargli a pennello. Si addice meglio, invece, a Alessandro Meucci. L’ex commilitone di Scieri che era di servizio come piantone alla camerata la sera dell’omicidio e che ha raccontato di avere visto rientrare Panella, Antico e Zabara dopo il contrappello «molto agitati, terrorizzati, parlottavano tra sé e sudavano freddo» e di avere sentito la frase “l’abbiamo fatta grossa“». Poi proprio da uno di loro sarebbe stato minacciato: «Guarda che se parli ti ammazzo».

Tra le ipotesi emerse negli anni sulla morte di Scieri, oltre quella del suicidio, ci sono state anche quelle di un incidente, una caduta accidentale nel tentativo di fare una telefonata con il cellulare – mai ritrovata nei tabulati telefonici – o impelagarsi in una impresa fisica di forza o in una prova di coraggio. Quest’ultima tesi sostenuta proprio dal colonnello Celentano, lo stesso che ha descritto il parà siracusano come «adiposo perché era anzianotto e aveva praticato più lo studio che l’attività sportiva». Quando è morto, Scieri era laureato in Giurisprudenza, aveva 26 anni e nessun chilo di troppo. Che in quella caserma ci fossero un clima di violenza e cameratismo, atteggiamenti dispotici da parte di alcuni caporali e che si fossero verificati anche diversi episodi di nonnismo è emerso già dai tempi delle audizioni della commissione presieduta da Sofia Amoddio ed è stato ribadito anche nel corso del processo. A un certo punto, le difese degli imputati hanno provato a portare avanti anche altre ipotesi: «Una malattia, problemi ai denti, problemi sentimentali o preoccupazione per la sua squadra di calcio che andava male».

Tra le testimonianze fondamentali c’è stata sicuramente quelle di Meucci che ha raccontato anche che, dopo il ritrovamento del corpo senza vita di Scieri, decide di non rientrare in caserma. Era terrorizzato al punto che avrebbe tentato perfino di suicidarsi. Parte per cinque giorni per il Trentino Alto Adige con la fidanzata. Ed è lei, prima ancora di lui, ad andare dai carabinieri a denunciare gli atti di nonnismo subiti. Compreso un episodio in cui proprio Panella lo avrebbe minacciato in bagno con una spranga. A parlare dell’imputato era stato anche un altro testimone, l’ex caporale Stefano Ioanna: «Dopo il fatto di Scieri, Panella passava tutti i giorni da me al casermaggio. In diverse occasioni gli vidi fare una cosa strana: si metteva in un angolo e si sbatteva la testa contro il muro, ripetutamente ma non con tanta violenza. Pensai che lo facesse come per dire: “Che cosa ho combinato?”». Parole che Ioanna ha pronunciato nell’aula del tribunale di Pisa dopo che per tre volte non si era presentatonon si era fatto trovare in casa nemmeno la volta in cui alle 6 del mattino i carabinieri erano andati a prenderlo perché nei suoi confronti era stato disposto l’accompagnamento coatto.

Leggi il dossier di MeridioNews sul caso Scieri


Dalla stessa categoria

Ricevi le notizie di MeridioNews su Whatsapp: iscriviti al canale

I più letti

Sono stati condannati i due ex caporali Alessandro Panella e Luigi Zabara. Finisce così il processo di primo grado con rito ordinario per l’omicidio volontario aggravato del parà siracusano Emanuele Scieri, avvenuto all’interno della caserma Gamerra di Pisa nell’agosto del 1999. Per loro il procuratore Alessandro Crini aveva chiesto rispettivamente una condanna a 24 anni e 21 anni, […]

Sono stati condannati i due ex caporali Alessandro Panella e Luigi Zabara. Finisce così il processo di primo grado con rito ordinario per l’omicidio volontario aggravato del parà siracusano Emanuele Scieri, avvenuto all’interno della caserma Gamerra di Pisa nell’agosto del 1999. Per loro il procuratore Alessandro Crini aveva chiesto rispettivamente una condanna a 24 anni e 21 anni, […]

Sono stati condannati i due ex caporali Alessandro Panella e Luigi Zabara. Finisce così il processo di primo grado con rito ordinario per l’omicidio volontario aggravato del parà siracusano Emanuele Scieri, avvenuto all’interno della caserma Gamerra di Pisa nell’agosto del 1999. Per loro il procuratore Alessandro Crini aveva chiesto rispettivamente una condanna a 24 anni e 21 anni, […]

Sono stati condannati i due ex caporali Alessandro Panella e Luigi Zabara. Finisce così il processo di primo grado con rito ordinario per l’omicidio volontario aggravato del parà siracusano Emanuele Scieri, avvenuto all’interno della caserma Gamerra di Pisa nell’agosto del 1999. Per loro il procuratore Alessandro Crini aveva chiesto rispettivamente una condanna a 24 anni e 21 anni, […]

Dal controllo della velocità alla segnalazione di un imminente pericolo. Sono gli Adas, i sistemi avanzati di assistenza alla guida che aumentano non solo la sicurezza, ma anche il comfort durante i viaggi in auto. Più o meno sofisticati, i principali strumenti Adas sono ormai di serie nelle auto più nuove, come quelle a noleggio. […]

Un aiuto concreto ai lavoratori per affrontare il carovita. Ma anche un modo per rendere più leggero il contributo fiscale delle aziende. Sono le novità introdotte dalla conversione in legge del cosiddetto decreto lavoro, tra cui figura una nuova soglia dell’esenzione fiscale dei fringe benefit per il 2023, portata fino a un massimo di 3mila euro. […]

Il potere dell’app, la mossa del cestino, il colpo del calendario, lo scudo del numero verde e la forza del centro di raccolta. Sono questi i superpoteri che Kalat Ambiente Srr fornisce a tutti i cittadini per arrivare all’obiettivo di una corretta modalità di conferimento dei rifiuti e di decoro ambientale. «Supereroi da prendere a […]

«Era come avere la zip del giubbotto chiusa sopra e aperta sotto: ecco, noi abbiamo voluto chiudere la zip di questo giubbotto». Indispensabile se si parla di Etna, dove fa sempre fresco. È nato così CraterExpress, la nuova proposta che permette di raggiungere la vetta del vulcano a partire dal centro di Catania, con quattro […]

Dodici mesi, 52 settimane e 365 giorni (attenzione, il 2024 è bisestile e quindi avremo un giorno in più di cui lamentarci). Un tempo legato da un unico filo: l’inadeguatezza. Culturale, innanzitutto, ma anche materiale, davanti ai temi complessi, vecchi e nuovi. Difficoltà resa evidente dagli argomenti che hanno dominato il 2023 siciliano; su tutti, […]

Il seme del cambiamento. Timido, fragile e parecchio sporco di terra, ma è quello che pare stia attecchendo in questi ultimi mesi, dopo i più recenti episodi di violenza sulle donne. In principio, quest’estate, fu lo stupro di gruppo a Palermo. In questi giorni, il femminicidio di Giulia Cecchettin in Veneto. Due storie diverse – […]

Mai come in campagna elettorale si parla di turismo. Tornando da Palermo con gli occhi pieni dei metri di coda – moltiplicata per varie file di serpentina – per visitare la cappella Palatina e qualunque mostra appena un piano sotto, lo stato di musei e beni archeologici di Catania non può che suscitare una domanda: […]

Riforme che potrebbero essere epocali, in termini di ricaduta sulla gestione dei territori e nella vita dei cittadini, ma che sembrano frenate dalla passività della politica. Sembra serena ma pratica- e soprattutto, attendista – la posizione di Ignazio Abbate, parlamentare della Democrazia Cristiana Nuova chiamato a presiedere la commissione Affari istituzionali dell’Assemblea regionale siciliana. Quella […]

Dai rifiuti alla mobilità interna della Sicilia, che avrà una spinta grazie al ponte sullo Stretto. Ne è convinto Giuseppe Carta, deputato regionale in quota autonomisti, presidente della commissione Ambiente, territorio e mobilità all’Assemblea regionale siciliana. Tavolo di lavoro che ha in mano anche due leggi su temi particolarmente delicati: urbanistica e appalti. Con in […]

Dall’agricoltura alle soluzioni per il caro energia; dalle rinnovabili di difficile gestione pubblica allo sviluppo delle imprese bandiera del governo di Renato Schifani. Sono tanti, vari e non semplici i temi affidati alla commissione Attività produttive presieduta da Gaspare Vitrano. Deputato passato dal Pd a Forza Italia, tornato in questa legislatura dopo un lungo processo […]