Sono tanti i messaggi arrivati a MeridioNews dopo la denuncia per diffamazione aggravata causata dal racconto, fatto da questo giornale, della insolita sosta del cereo degli ortofrutticoli in via Torre del Vescovo, vicino all'abitazione di un presunto boss. Sostegno anche da Libera e AddioPizzo
Caso candelora, la solidarietà dopo la querela «Inaccettabile denuncia per il racconto dei fatti»
Associazioni, testate, altri giornalisti e semplici cittadini. Sono in tantissimi ad aver manifestato in queste ore solidarietà a MeridioNews, a cui giovedì è stata notificata una denuncia per diffamazione aggravata. Causata dall’articolo – firmato dai nostri cronisti Dario De Luca e Luisa Santangelo – che racconta la lunga e insolita sosta di una candelora in via Torre del Vescovo, lo scorso 4 febbraio, nei pressi dell’abitazione del presunto boss del clan Cappello Massimiliano Salvo. A sporgere querela l’associazione Cereo degli ortofrutticoli che l’aveva annunciata sin dai primi giorni dopo l’uscita della notizia, diventata immediatamente di portata nazionale. «Ci schieriamo a favore della libertà di stampa», scrive il Comitato per la legalità nella festa di sant’Agata.
Dopo l’intervento in consiglio comunale dei consiglieri Sebastiano Arcidiacono, Agatino Lanzafame e Niccolò Notarbartolo — che hanno chiesto pubblicamente a chi ha presentato la querela di ritirarla — è partita la staffetta di messaggi di supporto. A cominciare dall’associazione antimafie Libera, passando per AddioPizzo e la fondazione Giuseppe Fava, tutti esprimono «solidarietà a due giornalisti con la schiena dritta». Si schiera pubblicamente dalla parte di questa testata anche il quotidiano L’Urlo, che scrive: «Secondo l’osservatorio Ossigeno, quest’anno sono già 66 i giornalisti che hanno subito minacce o intimidazioni per il proprio lavoro. E fra le intimidazioni sono incluse anche le querele e le azioni civili. È probabile che già domani i nomi di Dario De Luca e Luisa Santangelo vadano ad aggiungersi alla lista, portando il totale provvisorio a 68».
«Massima solidarietà» arriva anche da I Siciliani giovani, la nota testata antimafia che raccoglie l’eredità de I Siciliani di Pippo Fava. Arriva dalle pagine di Facebook il sostegno dell’Udu, l’Unione degli universitari etnei, che definisce la querela «un atto intimidatorio» e, riferendosi a MeridioNews, afferma: «Il loro coraggio e la loro libertà sono valori che servono alla nostra Catania». Usa i social network anche il movimento Vespri, che scrive: «Questa querela è una medaglia al valore di un giornalismo che ci rappresenta». Ma la denuncia, secondo gli amministratori della pagina Inciviltà a Catania, è anche sintomo di «un garantismo all’inverso che finisce con il mortificare la libertà di stampa». L’azione legale è pure, secondo l’associazione antimafie daSud, «una brutta pagina per il giornalismo locale». E proprio ai colleghi, e non solo, si rivolge l’associazione romagnola Gruppo dello Zuccherificio, che nel 2013 aveva già assegnato un premio alla nostra testata: «Invitiamo tutte le realtà del mondo dell’informazione e della società civile a esporsi e a far sentire la propria vicinanza alla redazione di MeridioNews».
Un appello che non è rimasto inascoltato, considerato il lungo elenco di giornalisti che hanno scelto di mostrare il proprio supporto, in pubblico o privatamente, a questo giornale. «Purtroppo, ancora una volta, la querela diventa lo strumento per mettere pressione e provare a zittire chi quotidianamente è un prima linea per raccontare i fatti: il giornalista», sostiene Saul Caia. «I giornalisti con la schiena dritta, a Catania (e in Italia, in genere), non sono ben visti», interviene Sebastiano Gulisano. Ai colleghi si aggiunge la sfilza di cittadini che hanno scelto di dedicare un messaggio a Dario De Luca e Luisa Santangelo. «È inaccettabile essere denunciati per aver raccontato i fatti», scrive Francesco sulla bacheca Facebook personale dei due cronisti. E Gaetano aggiunge: «Dobbiamo difenderli. Ogni volta che una voce libera viene lasciata da sola diventiamo complici».