Nel Comune calatino prevale il candidato di centrodestra. Una vittoria festeggiata prima nel comitato elettorale e poi per le vie cittadine con un comizio finale nella piazza del municipio. Diverso il clima nel quartier generale dello sfidante, Franco Pignataro. «Città al punto più basso della sua storia», commenta il nuovo sindaco
Caltagirone, la prima volta di Gino Ioppolo «Città ai minimi storici, bisogna lavorare»
Quando mancano
cinque minuti alla mezzanotte e non sono ancora arrivati i dati di tutte le sezioni, i sostenitori di Gino Ioppolo rompono il silenzio e iniziano a festeggiare mischiando urla e applausi. Il deputato regionale, avvocato penalista e fedelissimo di Nello Musumeci, è il nuovo sindaco di Caltagirone. I numeri del ballottaggio alla fine parlano chiaro. Nelle 41 sezioni in cui è suddiviso il Comune calatino, il candidato di centrodestra raccoglie il 54,98 per cento delle preferenze distanziando il suo sfidante Franco Pignataro di 1800 voti e nove punti percentuale. I due si erano già affrontati 14 anni fa, con il risultato opposto. Ora il nuovo primo cittadino, nonostante una visibile emozione, analizza la vittoria senza lasciarsi andare: «È una città al punto più basso della sua storia – spiega a MeridioNews – e per questo è una grande responsabilità diventarne il sindaco».
La notte dello spoglio per Ioppolo inizia alla chiusura delle urne. All’interno del suo quartier generale ci sono circa 40 persone ad attenderlo e
il candidato arriva poco prima delle 23. Aspetta i primi numeri seduto e frena gli entusiasmi fino a quando il distacco dallo sfidante non si fa concreto. Intanto risponde a diverse telefonate, mentre accanto ha una nipote e dietro la mamma. Di fronte a lui, a gestire i dati in arrivo, anche il fratello più giovane e la sorella. A pochi metri di distanza, appena un isolato, c’è la basa operativa dello sfidante Pignataro. Il comitato è affollato da un centinaio di sostenitori mentre su un muro vengono proiettati i primi dati. Seduto, decisamente in disparte davanti a un televisore che trasmette i dati sulle amministrative di Roma e Milano, il parlamentare del Partito democratico Giovanni Burtone.
Animi contrapposti con il
silenzio da un lato e i cori da stadio dall’altro nonostante qualcuno invita scaramanticamente a mantenere la calma. In pochi minuti arrivano anche alcuni big della politica siciliana: dal capogruppo di Forza italia all’Ars Marco Falcone, fino all’eurodeputato Giovanni La Via. Accanto a quest’ultimo c’è anche Alfio Barbagallo, ex consigliere comunale a Zafferana Etnea e successore di Ioppolo dietro ai banchi del parlamento siciliano come primo dei non eletti della lista Nello Musumeci presidente.
Con la vittoria in tasca, Ioppolo e i suoi sostenitori si spostano verso
palazzo delle Aquile percorrendo la centralissima via Roma. Nella piazza antistante il Comune c’è un palchetto per un piccolo e improvvisato comizio di ringraziamento. Negli stessi istanti Pignataro, in un clima di commozione e rassegnazione, ringrazia i suoi sostenitori dopo avere raggiunto la sua sede elettorale. Sono i suoi stessi elettori a lasciarsi andare alle prime analisi, tra colore e retroscena: «Mamma, ti ho detto che abbiamo perso al cento per cento», commenta un ragazzo al telefono. Più sottile il ragionamento di un uomo sulla cinquantina: «Si voleva distruggere il partito e ci sono riusciti. Abbiamo lasciato perdere i voti di Roccuzzo».
Chiari riferimenti alla
spaccatura che il centrosinistra ha vissuto nella corsa elettorale con due candidati provenienti dallo stesso bacino elettorale. Un motivo conduttore che si è rivelato perdente anche a Giarre. Pignataro aveva puntato tutto sull’esperienza decennale da sindaco ma non è bastato. Adesso per Ioppolo verrà il difficile ma intanto è il momento di festeggiare. Per questo motivo davanti la sua futura casa c’è anche il deputato regionale Nello Musumeci. Baci a abbracci e da domani l’inizio della sua sindacatura.