Non c’è il racket delle estorsioni ma una «dimostrazione di forza della banda» dietro le bombe carta fatte esplodere davanti a tre esercizi commerciali di Siracusa nel settembre del 2021. Tre uomini sono stati arrestati dai carabinieri: si tratta di tre pluripregiudicati di 41, 30 e 24 anni ritenuti responsabili degli atti intimidatori che, stando a quanto ricostruito nel corso delle indagini sarebbero legale al mondo della droga. Altre sette persone sono indagate. Per gli inquirenti si è trattato di ritorsioni per presunti debiti di droga non saldati. Secondo quanto emerso finora, il mandante sarebbe il capo di una fiorente piazza di spaccio del capoluogo aretuseo. L’uomo avrebbe incaricato l’esecutore di posizionare gli ordigni esplosivi davanti agli ingressi delle attività delle vittime. Bombe che hanno causato gravi danni sia alle strutture che alle auto parcheggiate nelle vicinanze, dagli accertamenti tecnici del Ris di Messina sono stati considerati potenzialmente micidiali.
Atti intimidatori con bombe carta piazzate e fatte esplodere davanti alle attività commerciali perché «nessuno doveva mancare di rispetto al gestore della piazza e tutti i clienti dovevano sapere che i debiti andavano saldati». Insomma, un atto dimostrativo. Inoltre è stato possibile contestare il sequestro di persona in almeno una circostanza: un uomo, che avrebbe accumulato un debito consistente per le sostanze stupefacenti è stato rapito, picchiato violentemente e minacciato con una pistola per costringerlo a pagare subito e in contanti. Come alternativa, avrebbe potuto scegliere di svolgere servizi per la banda criminale. Le azioni violente dei tre arrestati avrebbero avuto un forte ascendente sui sette indagati che, attratti dai facili guadagni e affascinati dalla metodologia criminale, si sarebbero messi a disposizione per tenere aperta tutto il giorno la piazza di spaccio. Un business di circa mille euro al giorno. Nel corso delle indagini sono stati sequestrati stupefacenti e denaro contante.
A Siracusa, dal 2017 in poi gli episodi di questo genere sono stati tanti. Dalle rosticcerie alle paninerie, dalle pizzerie ai pub e ai bar, fino a un rivenditore di dolciumi, una palestra, un barbiere, un fabbro, un circolo ricreativo, un centro scommesse. Stando a quanto emerso finora dalle indagini, la matrice dei diversi atti intimidatori subiti da esercenti e commercianti del capoluogo aretuseo non sarebbe unica e non sarebbe in ogni caso riconducibile al racket delle estorsioni. Secondo le risultanze investigative, dietro gli episodi in cui il movente è emerso si parla di screzi personali o anche questioni riguardanti il mondo del traffico e dello spaccio di droga. A fine gennaio altre tre persone erano state arrestate per la bomba carta fatta esplodere davanti a una pizzeria, ma in quel caso non era stato possibile ricostruire il movente.
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