Aps, gestione dell’acqua nel caos Amap: «Regione inottemperante»

Quando sembrava tutto fatto, la gestione del servizio idrico in buona parte del Palermitano – rimasto senza una guida dopo il fallimento di Acque Potabili Siciliane (Aps) – piomba nuovamente nel caos. A dare fuoco alle polveri è stato un duro comunicato dell’assessore regionale all’Energia, Vania Contrafatto, che ha incontrato i vertici dell’Amap per discutere le condizioni di affidamento del servizio. L’acquedotto comunale chiede uno stanziamento di otto milioni per la fase di start up (che però non possono essere convertiti in un aumento di capitale e utilizzati per la gestione ordinaria), la manutenzione dei depuratori e un atto formale da parte di Palazzo d’Orleans che renda Amap referente unico all’interno dell’ambito integrato, così come vuole il decreto Sblocca Italia.

Contrafatto ha tuonato contro l’Amap sostenendo che «non è nelle condizioni di poter rilevare il servizio idrico integrato svolto da Aps. Ci ha comunicato solo adesso che non vuole aumentare il proprio capitale, il che rende impossibile il trasferimento dei fondi regionali, e ha chiesto nuovamente apposite deroghe per il mal funzionamento degli impianti di depurazione». L’assessore ha avvertito la municipalizzata del capoluogo: «Tutto ciò ci costringe a rivolgerci direttamente ai Comuni visto che, al momento, non si profilano altre soluzioni. Sulla depurazione, da un punto di vista normativo, non sono previste deroghe. La Regione, ancora una volta, interverrà in una vicenda giunta al collasso per garantire la continuità del servizio. Purtroppo i promotori di questa soluzione hanno fatto perdere tempo prezioso a tutti, lavoratori per primi, impedendo, di fatto, la ricerca di alternative. Continueremo a impegnarci per la miglior gestione del servizio e per i lavoratori che lo hanno garantito sino ad oggi».

La presidente dell’Amap, Maria Prestigiacomo, ha convocato una conferenza stampa in tutta fretta per ribadire le ragioni dell’azienda e rispondere punto su punto alle critiche dell’assessore. «Non siamo noi in difetto ma la Regione – ha attaccato -, che si è dimostrata inefficiente e inottemperante, non rispettando i patti. Noi ci stiamo solo a determinate condizioni. Non posso mandare in dissesto questa azienda, devo proteggerla. Gli 8 milioni, che peraltro neanche bastano, ci servono per pagare i lavoratori di Aps a 600mila euro al mese e l’energia elettrica a 500mila euro al mese. Poi metteremo altri 4 milioni per le manutenzioni. Quanto ai depuratori, non chiediamo una deroga ma sei mesi di tempo per metterli a norma. Abbiamo anche predisposto le modifiche allo statuto e il piano tecnico-finanziario. Noi siamo pronti, non abbiamo fatto perdere tempo a nessuno».

Ieri a mezzanotte scadeva l’ordinanza che il prefetto Francesca Cannizzo ha emanato per prolungare l’attività di Aps. Il 17 marzo invece scade l’affitto del ramo d’azienda da parte della curatela fallimentare all’Ato idrico. Pare che il commissario della Provincia, Manlio Munafò, non voglia più sentir parlare di alcuna proroga. Anche il prefetto avrebbe detto chiaro e tondo che bisogna trovare una soluzione definitiva. Alla conferenza stampa è intervenuto il sindaco del Comune di Camporeale, Vincenzo Cacioppo: «Ci sono quattro depuratori su cinque che non funzionano – ha affermato -, quasi 200 progetti fermi, più di un miliardo di fondi stanziati ma bloccati alla Regione. Noi sindaci siamo pronti a denunciare in Procura per interruzione di pubblico servizio l’assessora Contrafatto, il commissario Munafò e il governatore Crocetta. Non si è mai visto un commissario senza soldi. Dal 18 marzo i lavoratori saranno tutti licenziati – ha concluso Cacioppo – e se non arriva un’altra proroga prefettizia entro stasera (ieri sera, nda) da domani i rubinetti saranno chiusi».


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