«Aveva un giubbotto bianco, tipo Blauer, e il casco Momo Design grigio. Era seduto dietro questa moto, che era una Bmw GS. Stringeva in mano il casco e alzava le braccia in aria come per fare un segno di vittoria». Sono alcuni dei tragici momenti vissuti a Monreale, in provincia di Palermo, durante la strage […]
Strage Monreale: il giubbotto bianco, la collana e una foto sui social. Come è stato incastrato il 20enne Mattias Conti
«Aveva un giubbotto bianco, tipo Blauer, e il casco Momo Design grigio. Era seduto dietro questa moto, che era una Bmw GS. Stringeva in mano il casco e alzava le braccia in aria come per fare un segno di vittoria». Sono alcuni dei tragici momenti vissuti a Monreale, in provincia di Palermo, durante la strage avvenuta nella notte del 27 aprile. A ripercorrerli è uno dei testimoni che ha contribuito all’identificazione di Mattias Conti. Il ragazzo di 20 anni che, secondo gli inquirenti, quella notte avrebbe sparato, insieme a Salvatore Calvaruso, causando la morte di Salvatore Turdo, Massimo Pirozzo e Andrea Miceli, oltre al ferimento di Nicolò Cangemi e di un 16enne. Conti non è stato identificato soltanto per il suo abbigliamento: molti altri indizi lo collegato all’accaduto. Una foto, per esempio, lo immortala insieme al resto della comitiva di palermitani poche ore prima della strage. Il 20enne si trova sul lato destro del gruppo. A sinistra, invece, si vedono gli altri due fermati: Salvatore Calvaruso, più basso di statura e con un paio di scarpe bianche con delle strisce nere (sarà un dettaglio fondamentale, ndr), e Samuel Acquisto, cioè il giovane più corpulento, che quella sera avrebbe condotto la Bmw per la strade di Monreale. Lo scatto è diventato virale su TikTok dopo i primi due fermi, lo ha postato anche la fidanzata di Miceli con la scritta «eccoli», ed è stato rilanciato anche da alcuni profili anonimi nati a sostegno degli indagati, già prima del fermo di Conti.
«Mi sembra di ricordare – aggiunge il testimone, come si legge nei verbali dell’inchiesta – che il soggetto con il giubbino bianco indossasse una collana con l’immagina di Lino Celesia. Ho notato questo particolare mentre faceva il segno della vittoria con le braccia». Celesia è un volto noto per quanto avvenuto la notte del 21 dicembre 2023, quando il 22enne è stato ucciso fuori da una discoteca a Palermo. Durante una lite, è stato raggiunto da colpi di pistola al collo e al torace e un ragazzo di 17 anni si è successivamente costituito, confessando l’omicidio. Conti possiede effettivamente una medaglietta con la foto di Celesia e per provarlo gli inquirenti hanno recuperato uno scatto di dicembre 2024. Una foto pubblicata dalla madre del ragazzo sui social mentre il giovane è al Pronto soccorso. Maglietta nera, giubbotto rosso, i soliti occhiali da vista e la medaglia al collo con il ritratto di Celesia.

Un altro elemento fondamentale è quello degli occhiali da vista. Il giovane li indossa regolarmente nelle foto sui social e anche quella sera, a Monreale, li portava. Almeno fino a un certo punto perché gli occhiali di Conti vengono ritrovati a terra, con i vetri rotti, come dimostrare una foto negli atti dell’indagine. Il 20enne probabilmente li ha persi nelle prime fasi della rissa. I testimoni che hanno riconosciuto Conti lo hanno fatto, come detto, anche per il giubbotto chiaro che indossava. In verità nella foto, proprio accanto al 20enne, c’è un altro ragazzo con un capo d’abbigliamento simile. Tuttavia per chi era presente non ci sarebbero dubbi: «Il giubbotto bianco indossato dal ragazzo a destra nella foto è quello che aveva il passeggero della moto», spiega una ragazza agli investigatori dopo aver visionato delle foto con due modelli di giacche, entrambi chiari. «Sono certa che il modello che più si avvicina è il numero due, modello piumino bianco», sottolinea ai magistrati.
Stando al racconto di un altro testimone quella sera i primi ad avere avuto la lite con Salvatore Turdo sarebbero stati proprio Acquisto e Conti. «Mi sono allontanato verso il Comune e ho sentito gli spari, più o meno una decina. Poi sono tornato perché mi ha chiamato mio fratello e credevo fosse indietro». In quel frangente il testimone spiega di avere visto la moto con a bordo i due palermitani. Riferendosi a colui che viene identificato come Conti il testimone racconta di essere «certo che questo avesse una pistola in mano. Hanno proseguito la marcia su via d’Acquisto e circa 4 o 5 secondi dopo ho sentito il rumore di spari, prima due e poi altri due». Altre prove sono quelle estrapolate dalla visione dei filmati delle telecamere di sorveglianza. All’1.14 , dalla telecamere piazzata in un panificio, si vede il passaggio di una moto con due persone a bordo. Passa insieme ad altri scooter e il passeggero indossa un giubbotto bianco. Esattamente 14 minuti dopo la telecamere di una banca riprende, a piedi, un ragazzo snello, con giubbotto bianco, mentre cammina e impugna qualcosa nella mano destra. Pochi secondi e si nota come il ragazzo abbia degli occhiali da vista. Un minuto e quella che secondo gli inquirenti è la stessa persona immortalata a piedi, transita nuovamente come passeggero a bordo della moto: alza le braccia fa dei gesti verso qualcuno.

Acquisto e Conti, forse in fuga, vengono affrontati da qualcuno che si scaglia contro la moto, facendola cadere su un fianco. In quel momento la persona che indossa il giubbotto bianco tende il braccio destro come a volere mirare in direzione di una persona. Regna la confusione. Il soggetto in bianco viene colpito da una sedia e poco dopo si vede un uomo che si allontana tenendosi il fianco, forse perché colpito da un colpo di arma da fuoco. La moto nel frattempo è stata alzata e il giovane con il giubbotto bianco è salito a bordo. All’1.32 un terzo ragazzo sale in sella alla Bmw GS. Un dettaglio importante: indossa scarpe bianche sportive con una fascia nera, le stesse calzature che, secondo le ricostruzioni, indossava Calvaruso quella sera. Sempre le stesse che si vedono in un video amatoriale in cui Calvaruso viene colpito mentre cercava di scappare con uno scooter. Venti minuti dopo, all’1.52, i tre raggiungono lo Zen, a Palermo.