È tornato in libertà il macellaio ragusano che ha inscenato l’abbandono del figlio appena nato lo scorso novembre. Il 59enne è stato scarcerato (dopo oltre un mese di arresti domiciliari) dalla gip del tribunale di Ragusa Eleonora Schininà su richiesta del pubblico ministero Francesco Riccio. Arrestato lo scorso 4 dicembre con l’accusa di avere abbandonato Vittorio Fortunato, (nome dato al neonato dai sanitari dell’ospedale Giovanni Paolo II di Ragusa) per lui l’accusa ha ritenuto cessate le esigenze cautelari. «I testimoni sono stati ascoltati e quindi non c’è più il rischio, ipotizzato dalla pm, che il mio assistito potesse forzare la volontà o le dichiarazioni di alcuni di loro», spiega a MeridioNews l’avvocato Michele Sbezzi che difende l’indagato che, appena rimesso in libertà, «si è fatto una doccia ed è uscito a fare una passeggiata».
L’uomo continua a sostenere di non avere mai abbandonato il piccolo ma di essersi anzi preoccupato di farlo ritrovare. «Stupidamente ha inscenato il finto abbandono ma, in realtà – sostiene il legale – non lo ha mai abbandonato perché è sempre rimasto con lui». Intanto, per lo stesso motivo resta indagata anche la madre del bimbo (che adesso è stato affidato a una famiglia siciliana, che non vive nella provincia iblea), una donna di 41 anni di Modica con cui il macellaio aveva una relazione da cui è nata anche una bambina che oggi ha tre anni. «Il mio assistito si è fatto prendere dal panico – dice ancora l’avvocato Sbezzi – Ha saputo di quella gravidanza solo quando arrivato in quella casa, dopo la chiamata della donna che gli chiedeva di raggiungerla perché stava male». Il bambino era nato nel bagno dell’appartamento circa due o tre ore prima.
Madre di due figli (di cui una bambina avuta con il macellaio che, a sua volta, ha altre due figlie avute dalla precedente relazione della moglie, chiusa oramai da anni), sarebbe stata la donna a dirgli di non potersi permettere di tenere questo altro bambino e di portarlo in ospedale. «Lui ha sempre detto di volere fortemente un figlio maschio – riferisce il legale – ma in quella occasione avrà agito sotto stress». In un primo momento, il macellaio è passato come l’uomo che aveva ritrovato il neonato – nudo, avvolto in un plaid e con il cordone ombelicale non chiuso – dentro un bidone della spazzatura in via Saragat, mentre stava facendo una passeggiata. Le indagini della polizia hanno poi ricostruito le vere dinamiche di quel falso ritrovamento.
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