Procura di Catania, Morvillo smentisce rumors «Nessuna ambizione per avvocatura Palermo»

«Non c’è nessuna intenzione da parte mia di andare a lavorare all’avvocatura generale di Palermo», parola di Alfredo Morvillo. Procuratore capo di Termini Imerese e unico candidato straniero per gli uffici giudiziari di Catania per il dopo Giovanni Salvi. Il magistrato, cognato di Giovanni Falcone e fratello di Francesca Morvillo, ha affidato il suo pensiero all’agenzia di stampa Adnkronos, dopo le insistenti voci delle scorse settimane che lo davano come papabile per occupare un ruolo nell’avvocatura del capoluogo siciliano. «Vorrei che fosse chiaro una volta per tutte – spiega il togato -. Non ho neppure presentato la domanda, che peraltro scade il prossimo 14 aprile». Le quotazioni a questo punto tornerebbero leggermente a riequilibrarsi in una corsa che nelle ultime ore sembrava relegata a soli tre nomi nonostante nove candidature.

Sulla carta il favorito rimane il procuratore aggiunto etneo Carmelo Zuccaro. Dalla sua parte ci sono decenni di lavoro nella lotta a Cosa nostra e la conoscenza degli uffici di piazza Verga, essendo stato spesso accanto all’ex capo Giovanni Salvi. A presentare richiesta lo scorso autunno sono stati anche Amedeo Bertone e Francesco Puleio. Sarebbe proprio questa la coppia più accreditata nell’eventualità di una nomina a sorpresa da parte del Consiglio superiore della magistratura. 

L’unica certezza è un gioco di equilibri che si somma alla corsa per la poltrona di procuratore capo a Caltanissetta, lasciata vacante da Sergio Lari dopo il passaggio a procuratore generale. Il nome che circola con maggiore insistenza per gli uffici nisseni sarebbe quello del capo della procura di Marsala Marcello Viola e quello di Luigi Patroneggio, che attualmente occupa il ruolo di sostituto procuratore a Palermo. I due non sono gli unici in lizza poiché anche lo stesso Zuccaro ha fatto domanda per un ritorno nel capoluogo del centro Sicilia. Per le nomine tuttavia bisognerà attendere ancora. L’andamento cronologico dei lavori dovrebbe prevedere prima la scelta del vertice della procura di Milano per poi passare alle due città siciliane, dopo una scrematura dei nomi affidata alla quinta commissione. Che deciderà quali candidature sottoporre al voto del plenum del Consiglio superiore della magistratura.


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