Processo omicidio Scuto, la zia che l’avrebbe vista dopo la scomparsa non testimonia. «Ha turbe della memoria»

«Un’ischemia cerebrale» le avrebbe causato «turbe della memoria». Con queste parole scritte nero su bianco in un certificato medico è stata giustificata l’assenza, durante l’udienza di oggi del processo per l’omicidio di Agata Scuto, di Carmela Scuto. La zia della ragazza scomparsa da Acireale (in provincia di Catania) la mattina del 4 giugno del 2012 e il cui cadavere non è mai stato ritrovato. Imputato di averla uccisa e di avere occultato il suo corpo senza vita è Rosario Palermo, l’ex compagno della madre. Ed era stata proprio quest’ultima, Maria Palermo, a tirare in ballo la zia della figlia quando è stata ascoltata a processo. Stando al racconto fatto dalla donna davanti alla corte, la zia le avrebbe riferito di avere visto la 22ennedisabile e invalida – in un momento successivo a quello in cui di lei si sarebbe persa ogni traccia. Il banco dei testimoni dell’aula Serafino Famà del tribunale di Catania – dove anche oggi erano presenti le telecamere e i microfoni della Rai per la trasmissione Un giorno in pretura – è rimasto vuoto. Al posto della zia Carmela Scuto è stato presentato un certificato medico che ne attesta problemi di memoria da cui, quindi, potrebbe derivare una mancanza di capacità di testimoniare al processo.

Di fronte al documento, sono stati gli avvocati della difesa a insistere per l’escussione della teste chiedendo alla corte di nominare uno specialista per verificare le effettive condizioni di salute e la patologia della zia della vittima. Il certificato presentato al momento, infatti, porta la firma di un medico di base. Una richiesta che la corte ha accolto dopo essersi ritirata per deliberare ritenendo necessario «acquisire una certificazione sanitaria specialistica sulla capacità a testimoniare di Carmela Scuto», come ha riferito il presidente Sebastiano Mignemi. La corte ha, quindi, disposto la perizia nominando un perito che dovrà riferire nel corso della prossima udienza che è già stata fissata per la mattina di lunedì 3 luglio. Per l’accusa, Rosario Palermo avrebbe ucciso la 22enne perché avrebbe aspettato un figlio da lui. Una gravidanza su cui non ci sono riscontri ma che è stata dedotta dalle parole della madre della vittima secondo cui Agata non avrebbe più avuto il ciclo mestruale da qualche mese. Nella stessa direzione è stata interpretata anche la frase “Mamma cornuta” scritta dalla giovane sul diario che, però, la madre ha ammesso di avere buttato. Palermo – che oggi non era presente in aula, così come i familiari della vittima che si sono costituiti parte civile – anche nel corso del suo interrogatorio, ha continuano a professarsi innocente mentre ha invece ammesso di avere tentato di crearsi un alibi proprio per il timore di essere accusato.


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