«Quando la mia ex mi ha detto che nostra figlia era stata sequestrata, l’ho collegato al mio arresto, da innocente, per una rapina. Visto che ero stato assolto, ho pensato che potesse c’entrare il vero colpevole». Alessandro Del Pozzo, dopo un certificato medico per un incidente con cui aveva giustificato le sue assenze, questa mattina si è presentato nell’aula Serafino Famà del tribunale di Catania dove si sta svolgendo il processo per l’infanticidio di sua figlia Elena. Imputata è la sua ex e madre della bambina, Martina Patti che, come sempre era presente all’interno della cella in aula. Jeans, giacca rosa antico e occhiali fotocromatici, il 26enne si è seduto sul banco dei testimoni e ha risposto alle domande del pubblico ministero e degli avvocati delle parti.
Anche all’ex, tra urla e lacrime al telefono, il primo pomeriggio del 13 giugno del 2022, Martina Patti racconta la storia del rapimento della figlia di quattro anni. Un commando armato che le avrebbe puntato anche una pistola alla testa. Una ricostruzione che, di lì a poco, si rivelerà falsa e inventata di sana pianta. «Cercavo di trovare un senso e una logica al suo racconto, ma mi era caduto addosso l’intero universo», dice Del Pozzo che quel giorno andrà dai carabinieri solo alle 23. Circa otto ore dopo la chiamata in cui Patti aveva riferito che gli uomini incappucciati e armati avevano tirato in ballo un biglietto di minacce che Del Pozzo aveva trovato nella buca delle lettere quando, dopo cinque mesi trascorsi nel carcere di Enna – per la vicenda della rapina da cui poi verrà assolto – era passato ai domiciliari. L’intero pomeriggio in cui la figlia risulta ancora scomparsa, l’uomo lo avrebbe trascorso a «chiedere un po’ in giro se sapevano notizie del sequestro». Tra le persone che contatta c’è anche l’uomo che, insieme a lui, era stato accusato di quella rapina dell’ottobre del 2020 e che, in quel momento, si trovava agli arresti domiciliari. «Tutti mi dicevano che non ne sapevano niente».
Quella tra Alessandro Del Pozzo e Martina Patti è una relazione che inizia nel giugno dell’anno della maturità, il 2016. Qualche mese dopo, la gravidanza e la convivenza. «Un rapporto travagliato e, a tratti, anche violento», lo aveva descritto la madre dell’imputata senza fare mistero del fatto di non vedere di buon occhio quel rapporto per via dei precedenti penali di Del Pozzo (che, in passato, era stato arrestato e condannato con pena sospesa per spaccio di sostanze stupefacenti). A un certo punto, Patti lo aveva anche denunciato per maltrattamenti, salvo poi ritirare la denuncia. «C’è stata una vicenda in cui lei mi ha dato uno schiaffo e io l’ho tenuta per il braccio per difendermi – dichiara l’uomo – Per questo aveva dei lividi». Alla rottura definitiva della relazione, dopo diversi periodi altalenanti, si arriva nell’aprile del 2022 per quello che Del Pozzo definisce un «fattore scatenante». Una versione che oggi racconta per la prima volta. Costretto agli arresti domiciliari con il braccialetto elettronico nella casa a Mascalucia (nel Catanese) dove convivono, l’uomo accende il computer e trova la schermata di WhatsApp web aperta. «Ho letto delle conversazioni con un ragazzo e altre in cui lei parlava a delle amiche di un ragazzo. Mi ha molto infastidito – afferma – e ho deciso di andarmene». Giusto il tempo di chiedere e ottenere il cambio del domicilio.
Da quel momento, dopo una breve parentesi in cui i due avrebbero tentato di riconciliarsi, ognuno prende la propria strada con altre persone accanto. «Anche dopo che ci siamo lasciati, però – ci tiene a sottolineare Del Pozzo – lei mi lasciava spazio di fare il papà e io a lei di fare la mamma. Non c’è stato bisogno nemmeno di arrivare a trovare degli accordi formali». Eppure, proprio qualche giorno prima dell’uccisione e dell’occultamento del cadavere della bambina, qualche attrito sembra emergere: la donna, infatti, avrebbe visto sui social una foto dell’ex con la nuova compagna e l’avrebbe mostrata anche alla bambina. «Elena mi ha detto di essere arrabbiata con me perché la madre le aveva detto che avevo una nuova compagna – racconta Del Pozzo – Le ho spiegato che io e la madre non andavamo più d’accordo e l’ho rassicurata del fatto che le volevamo comunque entrambi bene. A quel punto – aggiunge – lei mi ha sorriso e mi ha abbracciato». Una conversazione che tra i due ex avrebbe creato poi un momento di tensione. «Nonostante questo – specifica l’uomo – ero convinto del fatto che mia figlia con lei fosse in buone mani perché come madre non avevo nulla da rimproverarle».
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