“Primarie, una partita inquinata”

“In questa partita io non dovevo vincere, neppure moralmente. Se ci sono stati atti e fatti che hanno impedito il libero e il democratico svolgimento delle primarie questi sono stati compiuti a mio esclusivo danno. Una mia vittoria, infatti, avrebbe provocato un terremoto politico a Palermo, alla Regione siciliana e persino a livello nazionale”.
Ha esordito così Davide Faraone, candidato alle primarie del 4 marzo, questo pomeriggio davanti alla commissione dei garanti a cui nei giorni scorsi si è rivolto per essere ascoltato.

“Ho la certezza – ha aggiunto – di aver partecipato a una partita inquinata. Insieme ai miei ragazzi ce ne siamo accorti subito ma siamo andati avanti con più forza e mai abdicando alla nostra libertà e al nostro coraggio. Anche perché più gli altri giocavano sporco, più capivamo che ci mancava un centimetro alla vittoria”.

“Nel primo tempo della partita – ha continuato Faraone – abbiamo assistito al primo fallo: il finanziamento, dimostrato dalle dichiarazioni dello stesso beneficiario del bonifico, a un competitore che ha di fatto stravolto un regime di par condicio e di accesso trasparente alle risorse economiche; nel secondo tempo la seconda scorrettezza: stravolgendo le regole della partita in corso, abbiamo subito la schedatura, unico esempio in Italia, dei migranti che avevano già annunciato di sostenermi, impedendo così a più di 2 mila extracomunitari con regolare permesso di soggiorno di recarsi al gazebo così come avevano fatto alle Primarie del 2007”.

“Ai supplementari, infine, – ha detto – temendo la mia vittoria e non potendo più modellare le regole a convenienza, qualcuno ha pensato bene di mettersi il ‘ferro dietro la porta’ e agire sul piano della mia immagine costruendo ad arte la torbida storia di un mio coinvolgimento in un presunto voto di scambio allo scopo di ledere la mia onorabilità e rendermi negativamente famoso in tutta Italia. Vicenda su cui continuo a raccogliere elementi utili che andranno al vaglio della magistratura ordinaria. Il terzo fallo è stato commesso con la consapevolezza che sarebbe stata l’unica arma da utilizzare in caso di mia vittoria e comunque sempre utile nell’ormai certezza di una mia straordinaria affermazione, o come i tanti hanno detto qualche ora dopo, dell’unica vera vittoria alle Primarie di Palermo”.

“Oggi – ha concluso Faraone – sono io a chiedervi, per il bene delle Primarie, di annullare questa partita inquinata e questa mia audizione sono certo possa esservi utile per ricostruire un contesto di anomalie che ha macchiato la mia onorabilità e soprattutto ha gettato ombre su un appuntamento che ho chiesto con forza sin dal 4 dicembre 2010 e per il quale continuo a battermi in quanto, se utilizzate correttamente, sono l’unico strumento di democrazia e di partecipazione che dà ai cittadini e non alle segreterie o alle correnti di partito il potere di decidere il candidato migliore”.

 


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