Sgombero in viale Bernini a Catania: gli oltre cento residenti della palazzina abbandonata di proprietà comunale - di nazionalità rumena e bulgara per la maggior parte - sono stati invitati dai vigili urbani a lasciare l'edificio, mentre una ditta specializzate sta murando gli ingressi all'edificio. «Una operazione che va avanti ormai da tre giorni», commenta l'assessore alle Politiche sociali Carlo Pennisi. Ma per il collettivo Aleph, che assiste da mesi gli occupanti, c'è il pericolo che «le persone passino la notte, e non solo, per strada»
Palazzo Bernini sgomberato, accessi murati «Famiglie cacciate, dormiranno in strada?»
Dopo settimane di preallarme, questa mattina è iniziato lo sgombero del palazzo abbandonato in viale Gian Lorenzo Bernini. Inviati dal Comune di Catania, i vigili urbani e una ditta di manutenzione hanno prima fatto uscire le oltre cento persone all’interno del palazzo, e subito iniziato i lavori per murare gli ingressi. «Non si tratta di uno sgombero, perché le persone che abitano nell’edificio, bulgari e rumeni soprattuto, stanno venendo accompagnate altrove», commenta Carlo Pennisi, assessore catanese alle Politiche sociali. Secondo le intenzioni dei servizi sociali, gli ormai ex abitanti del palazzo «verranno aiutati a trovare una nuova casa dalle associazioni che fanno parte del presidio leggero». L’assessore spiega che l’operazione è partita da tre giorni e che 30 persone sono già state «accompagnate presso altra destinazione», ma il dato, secondo il collettivo politico Aleph che da gennaio si occupa di dare assistenza agli occupanti del palazzo Bernini, è «non veritiero».
«Si parla da giorni dello sgombero, ma questa mattina, senza che gli occupanti fossero adeguatamente preparati, sono arrivati i vigili urbani e hanno intimato loro di lasciare casa», racconta Fabrizio Cappuccio, membro del collettivo. «Non c’è nessuno dei servizi sociali del Comune che guidi le operazioni – continua – e le persone, riunite sotto i portici in attesa, probabilmente passeranno qui la notte perché non c’è ancora nulla di organizzato».
«Il nostro obiettivo è quello di mandarli via in posti diversi, perché si è creata una enclave, con le destinazioni ancora da definire», ribadisce l’assessore Pennisi, che fa il nome della Caritas, ente assistenziale della diocesi di Catania che si è assunto l’onere di trovare una destinazione, ma preferisce non parlare delle altre associazioni che si occuperanno di accogliere gli occupanti di via Bernini perché «c’è il rischio, facendone il nome, che i proprietari delle case che queste associazioni gestiscono protestino per l’arrivo dei bulgari rumeni e rom», commenta Pennisi. Una situazione ancora incerta anche per Monsignor Enzo Algeri, direttore della Caritas di Catania da circa un mese, che conferma: «Non ci sono ancora soluzioni concrete, ma ne stiamo parlando e tra poche ore avremo un incontro con le altre associazioni per decidere una soluzione condivisa».
Affrontato il nodo viale Bernini, per il Comune verrà il momento di occuparsi di quello ben più spinoso di Corso dei Martiri. «Un problema dieci volte maggiore, le persone dovranno andar via dalle baracche prima che inizino i lavori per il nuovo piano edilizio», riferisce l’assessore Pennisi, che chiede comunque aiuto al collettivo Aleph. «Mi auguro che parteciperanno anche loro al presidio leggero, che tra giovedì e venerdì cercherà di affrontare questi problemi».