Omicidio Paolo Taormina, il punto sulle indagini. Intanto la città invoca maggiore sicurezza

Sarà eseguita tra domani e dopodomani l’autopsia sul corpo di Paolo Taormina, il ragazzo di 21 anni, ucciso la notte scorsa, davanti al suo locale vicino al teatro Massimo di Palermo. La salma si trova nella camera mortuaria del Policlinico. L’esame autoptico sarà eseguito all’istituto di Medicina legale dello stesso Policlinico.

Il punto sulle indagini e le telecamere di sicurezza

La prima ricostruzione, che parlava di un colpo di pistola alla testa sparato mentre il ragazzo cercava di sedare una rissa, non è ancora certa. Gli investigatori stanno cercando di esaminare le videocamere di sorveglianza della zona, che la sera è un ritrovo di tanti giovani palermitani, per capire cosa sia accaduto. Ma dai primi accertamenti, secondo quanto scritto dall’agenzia di stampa Ansa, non risulterebbe ancora né la lite, né il pestaggio di un ragazzino per bloccare il quale la vittima sarebbe intervenuta.

La città invoca maggiore sicurezza dopo l’omicidio di Paolo Taormina

L’uccisione del 21enne ripropone, come sempre accade dopo eventi del genere, una riflessione generale sul tema della sicurezza a Palermo. In queste ore enti, associazioni e cittadini chiedono interventi immediati da parte del governo e delle forze dell’ordine. Richieste che però si traducono spesso in risposte di natura emergenziale, come avviene con le operazioni Alto impatto, cioè quei servizi straordinari di controllo del territorio disposti dal ministero dell’Interno e coordinati dalle prefetture e dalle forze dell’ordine. Senza dimentica che soltanto ad agosto il ministro dell’Interno Matteo Piantedosi ha presieduto un comitato per l’ordine e la sicurezza. Piantedosi, al termine del vertice oltre ad avere sottolineato il calo di reati, aveva evidenziato il rapporto tra forze di polizia presenti sul territorio e abitanti, «che a Palermo risulta essere più che buono».

Le reazioni: «La società rischia di andare in frantumi»

«Di fronte a questo ennesimo episodio di brutalità, non possiamo rimanere indifferenti. Come cooperatori, come cittadini, come esseri umani, sentiamo il dovere di intervenire», spiegano il presidente di LegaCoop Filippo Parrino e il responsabile Legalità e Beni Confiscati Francesco Citarda. «La morte di Paolo Taormina è una tragedia che ci interroga profondamente. Non bastano più parole di circostanza o misure emergenziali. È tempo di costruire un patto educativo forte e duraturo tra scuola, famiglie, società civile e cooperazione. La nostra società rischia di andare in frantumi sotto il peso di una violenza che si ripete, a Palermo come a Monreale, senza tregua». 


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