Come sarà la nuova vita di Niko Pandetta: rieducazione e lavoro nella comunità calabrese gestita da un prete

La nuova vita di Niko Pandetta passa dalla Calabria. Ad essere precisi, per il cuore della piana di Gioia Tauro. Il cantante neomelodico, come verificato da MeridioNews, da due notti è alloggiato in una stanza della cooperativa sociale Lavoltabuona di Cittanova, in provincia di Reggio Calabria. In questa comunità Niko Pandetta, scarcerato negli scorsi giorni, trascorrerà almeno tre mesi in prova. Con la possibilità che il suo soggiorno possa prolungarsi ancora. Le strade successive sono quelle che potrebbero portare i suoi legali a presentare una richiesta di affidamento all’esterno o di rientro a casa, a Catania. Di sicuro, bisognerà aspettare l’inizio del 2026.

La comunità di Cittanova e la riabilitazione di Niko Pandetta

I locali affidati dalla curia alla comunità per la sede di Cittanova

La scarcerazione di Pandetta è stata celebrata con un breve video pubblicato sulla sua pagina Instagram. Nel clip si vede il cantante, nipote del capomafia Salvatore Cappello, mentre esce dal carcere di Cagliari e si allontana insieme a un uomo a bordo di un fuoristrada nero Mercedes. Pandetta ha trascorso dietro le sbarre tre anni, dopo avere ricevuto una condanna definitiva per spaccio di droga nell’ambito del procedimento Double Track. Un periodo caratterizzato da numerosi trasferimenti da un penitenziario all’altro: dal carcere di Opera, a Milano, passando per quello di Rossano Calabro e per il Pagliarelli di Palermo. Infine, la permanenza in Sardegna. In mezzo, altri guai giudiziari, condanne, processi, una produzione musicale che non si è mai fermata e l’annuncio che sarebbe diventato padre per la seconda volta.

Il personale e i compagni della comunità

Adesso, Niko Pandetta trascorrerà le giornate nella comunità calabrese fondata nel 2019 e guidata dal sacerdote 70enne Antonio Cannata. Insieme a un team di educatori e psicologi. La cooperativa è attiva in Calabria con due sedi e Pandetta non è l’unico catanese presente. Ad avere già ottenuto la misura alternativa alla detenzione in carcere a Cittanova, per esempio, c’è un pregiudicato considerato dagli inquirenti il referente del clan mafioso Cintorino di Calatabiano. Dentro la comunità, come stabilito dall’ufficio di Sorveglianza di Cagliari, Pandetta dovrà affrontare un percorso di rieducazione legato all’uso di stupefacenti, rispettando determinate prescrizioni. Pena la sospensione della misura alternativa. Il cantante deve scontare in tutto una condanna a 4 anni e nove mesi: l’attuale fine pena dovrebbe arrivare alla fine del 2027.

Ieri sera Pandetta è tornato – dopo tre anni – anche in diretta su Instagram con circa 30mila utenti a seguirlo. Tuta del Napoli e voce rotta dall’emozione. Il cantante si è collegato da una stanza della comunità calabrese e ha ammesso di non trovarsi a suo agio dopo tanto tempo lontano da un diretta social. «Guardate… mi tremano le mani», spiega all’inizio. Poco dopo l’annuncio di una nuova canzone che verrà pubblicata martedì prossimo. In mezzo i ringraziamenti al proprio avvocato e a padre Antonio Cannata per averlo voluto accogliere nella comunità.

Dalla produzione musicale alla raccolta di olive nei campi

All’interno della comunità di Cittanova, secondo le verifiche del nostro giornale, non c’è un controllo diretto da parte delle forze dell’ordine, nonostante la possibilità di verifiche. Spetta agli ospiti, e quindi anche a Pandetta, rispettare in maniera rigorosa le prescrizioni previste dal tribunale di Sorveglianza. Non potrà, per esempio, allontanarsi dalla struttura di sua spontanea volontà, ma potrà essere autorizzato dai magistrati, con l’accompagnamento degli operatori. Ad esempio per esigenze terapeutiche o quando dovrà affrontare dei processi in presenza. All’interno della cooperativa, con ogni probabilità, verrà inserito in un percorso lavorativo. E non è escluso che questo possa coincidere con la sua attività di cantante. In alternativa, come fanno già diversi ospiti, c’è la possibilità svolgere delle mansioni in ambito agricolo, all’interno di alcuni terreni coltivati con piante di olive.


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