Massimo Pesce è il nuovo vicesindaco di Catania. A comunicarlo una nota, di poco più di una riga di testo, arrivata dall’ufficio stampa del Comune del capoluogo etneo. «Il sindaco di Catania Enrico Trantino, con proprio provvedimento, ha assegnato la delega di vicesindaco all’assessore Massimo Pesce». Così si legge nel comunicato. Il vicesindaco Massimo Pesce Già assessore […]
Massimo Pesce è il nuovo vicesindaco di Catania
Massimo Pesce è il nuovo vicesindaco di Catania. A comunicarlo una nota, di poco più di una riga di testo, arrivata dall’ufficio stampa del Comune del capoluogo etneo. «Il sindaco di Catania Enrico Trantino, con proprio provvedimento, ha assegnato la delega di vicesindaco all’assessore Massimo Pesce». Così si legge nel comunicato.
Il vicesindaco Massimo Pesce
Già assessore all’Ambiente e all’Ecologia, Massimo Pesce è stato nominato vicesindaco dal primo cittadino Enrico Trantino. Un nomina attesa dopo il rimpasto di giunta che ha portato alla nuova conformazione ufficiale circa due settimane fa. Non senza frizioni interne ed esterne. Pesce – in quota Forza Italia – è diventato assessore della giunta Trantino nel luglio del 2024. Nel posto che era stato lasciato libero da Salvo Tomarchio, approdato all’Assemblea regionale siciliana. Il forzista, in passato, era già stato assessore con delega alla Polizia municipale, durante la sindacatura di Raffaele Stancanelli. Un incarico dal quale, però, si era poi dimesso nel mese di settembre del 2012. Prima ancora un ruolo Pesce lo aveva avuto alla provincia, con delega alle Politiche per lo sviluppo economico, durante il mandato dell’allora presidente Giuseppe Castiglione.
Il posto lasciato vuoto da Paolo La Greca

A lasciare vuota la seconda poltrona più importante di Palazzo degli elefanti era stato l’ormai ex vicesindaco ed ex assessore all’Urbanistica Paolo La Greca. Dimessosi per i troppi impegni istituzionali con l’Università, La Greca è diventato esperto consulente del sindaco a titolo oneroso per Pianificazione urbanistica e territoriale. Con uno stipendio da oltre 25.700 euro l’anno. Insomma, «è uscito dalla porta per rientrare dalla finestra», dice chi adesso su questa nomina chiede che si faccia chiarezza.