Catania e i rifiuti: le ricette del neo-assessore all’Ambiente Salvo Tomarchio. «Così riorganizzeremo il servizio»

«L’obiettivo è quello di avere esempi virtuosi all’interno della stessa città di Catania». L’assessore all’Ambiente Salvo Tomarchio è fiducioso e per raggiungere l’obiettivo ha chiara in mente la road map da seguire, magari prendendo come modello chi virtuoso lo è già. «Anche perché non siamo a scuola e, in questo caso, è consentito copiare dai migliori». La sfida non è semplice anche perché sulla questione raccolta differenziata e pulizia della città si è fondata la campagna elettorale di ogni schieramento politico. «Il sindaco Enrico Trantino rimarca spesso il concetto di squadra e noi lo accogliamo perché lo sentiamo nostro», spiega il nuovo assessore a MeridioNews.

Non c’è dubbio che qualche problema nel servizio di raccolta dei rifiuti. In che modo ha iniziato il suo lavoro da assessore?
«Se tutti si lamentano, qualcosa non funziona. Ho già incontrato e ringraziato pubblicamente gli ex assessori Andrea Barresi e Fabio Cantarella. La prima fase sarà quella dell’ascolto. Mi riferisco agli uffici e non solo alle figure apicali o dirigenziali. Poi ci sono le ditte fornitrici del servizio. Continueremo incontrando il presidente della Srr Francesco Laudani e convocheremo, insieme al sindaco, anche le categorie produttive perché non si può fare un ragionamento uguale per tutti. Lo faremo anche con gli amministratori di condominio. Prenderemo appunti ma è chiaro anche che abbiamo delle idee che vogliamo portare avanti».

La città deve fare i conti con discariche a cielo aperto e degrado ma bisogna anche sottolineare che in alcune porzioni del tessuto urbano i problemi sembrano più gravi ed evidenti.
«Il secondo step è quello della gestione delle urgenze a medio e lungo termine. Maggiori controlli, sanzioni e pulizia immediata della città. Solo oggi avrò segnalato 15 punti, uno di questi, per esempio, mi è stato indicato su Facebook da una cittadina. C’è un’emergenza che è legata allo studio del lotto del Centro che è quello più problematico anche perché bisogna tenere in considerazione il fatto che non è composto solo da residenti ma anche da locali, turisti e attività ricettive».

C’è una soluzione?
«La riorganizzazione del servizio. Il tema della raccolta differenziata nel resto della provincia è sdoganato con Comuni in cui le percentuali di separazione dei rifiuti sono alte ormai da anni. La risposta più banale potrebbe essere quella di dire che Catania non è un paese. Bene, allora spezzettiamo la città in cinque o sei micro aree fino a diecimila abitanti in cui effettuare la riorganizzazione del servizio con i cassonetti intelligenti e l’incentivo a fare la raccolta con dei premi che non siano soltanto legati alla bolletta. Così potremmo lanciare un messaggio per fare capire come si possa essere virtuosi anche all’interno della stessa città. Ci sono anche altri temi: quello delle quattro isole ecologiche da completare e quello della comunicazione. Molti utenti ancora non conoscono il calendario e le modalità del servizio di raccolta dei rifiuti, altri non sanno nemmeno che c’è un’app dedicata al servizio».


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