Una mail dai toni scherzosi è stata presa per vera, con tanto di nota dalla presidenza di palazzo d'Orleans. Il giornalista autore dello scherzo: «Chi firma il comunicato della Regione non risulta tra i collaboratori accreditati»
La Regione abbocca al pesce d’aprile e minaccia querela La replica: «Musumeci confuso con un tale Antonello»
Pesce d’aprile indigesto per il governo Musumeci che, in un momento delicato, tra lavori per la Finanziaria e indagini giudiziarie, casca nella provocazione scherzosa di un giornalista. Pietro Galluccio ha costruito ad arte un finto comunicato stampa, diffuso via posta elettronica, in cui mescola dichiarazioni realmente rilasciate dal presidente della Regione sui dati della pandemia in Sicilia diffusi dal ministero e un «annuncio bomba» di un fantomatico Antonello Musumeci: «È ora di dire la verità ai siciliani: se Roma continua a dare i numeri per nascondere la propria volontà di non finanziare il Ponte sullo Stretto, faremo da soli, utilizzando gli avanzi del bilancio 2020 già certificati dalla Corte dei Conti – si legge nella nota-pesce d’aprile – Il ponte è oggi più che mai lo strumento per sconfiggere il virus del sottosviluppo. Vedranno con che cavalli di Razza hanno a che fare».
La risposta da Palazzo d’Orleans è arrivata a poche ore di distanza. «Apprendiamo di una nota diffusa dalla email di tale Pietro nomade Galluccio, contenente false dichiarazioni attribuite al presidente Musumeci. Se le false dichiarazioni – prosegue il comunicato – non dovessero essere immediatamente smentite, si procederà per le vie legali». Poche parole, ma piuttosto eloquenti, giunte per vie ufficiali e con l’autorevole titolo di «Nota della Presidenza».
La replica del giornalista, tuttavia, non ritratta quanto scritto, ma svela il neanche troppo celato scherzo. «Pochi minuti fa, una “Nota della Presidenza” diffusa da un indirizzo email riconducibile all’Ufficio stampa della Regione Siciliana, a firma di tale “mg“, afferma che dal mio indirizzo email è stata diffuso un messaggio “contenente false dichiarazioni attribuite al presidente Musumeci” – scrive – Nella nota vengono minacciate azioni legali se le dichiarazioni non saranno smentite. Spiace notare che l’autore o autrice ignori il nome del presidente della Regione Siciliana, confondendolo con quello di tale Antonello Musumeci, del quale nella mia nota non è indicata alcuna carica pubblica e non si capisce quindi come possa essere stato confuso con il presidente, onorevole Sebastiano Musumeci, detto Nello».
«Credo che chiunque attento a occuparsi e a comunicare le cose certamente serie di cui si cura il presidente della Regione avrebbe sorvolato su questo evidente pesce d’aprile – scrive ancora Galluccio, che non risparmia una frecciata in conclusione – ma, buon per lui/lei, evidentemente “mg” non ha altro di meglio da fare in queste ore. Sarebbe piuttosto opportuno che la Presidenza della Regione, nonché i soggetti legalmente titolati all’utilizzo dell’indirizzo dell’ufficio stampa verificassero a propria tutela chi vi ha accesso. Fra i componenti dell’Ufficio stampa della Regione non sembra, infatti, vi sia alcun dipendente regionale avente le iniziali “mg” né risulta alcun/a “mg” fra i “consulenti e collaboratori” della Presidenza della Regione. Nella specifica pagina del sito “amministrazione trasparente” della Regione non risulta infatti alcun consulente».
La mail si conclude con un post scriptum: «L’ultimo che in pubblico mi definì “un tale Pietro nomade Galluccio” è Ruggero Razza. Non sembra porti fortuna». Il riferimento è ai primi giorni della pandemia, quando Galluccio, allora collaboratore per la comunicazione del sindaco di Palermo, Leoluca Orlando, forniva in tempo reale aggiornamenti dettagliati sullo sviluppo della situazione relativa ai primi casi di Covid-19 a Palermo, cosa che fece indispettire l’ormai ex assessore alla Salute.