La storica distelleria dell'Etna dei fratelli Russo, tramite la collaborazione con Università e protezione civile ha messo «l'alambicco a disposizione della collettività», racconta a MeridioNews la responsabile commerciale Anna Maugeri Russo. Guarda le foto
La distilleria che dà l’alcool a UniCt per il disinfettante «Un impegno per dare umanità allo spirito dell’azienda»
«Dare umanità alle cose che si realizzano». È questo il senso che ha spinto la distilleria dell’Etna dei fratelli Russo di Santa Venerina a mettere a disposizione professionalità e una delle materie prime. «Siamo stati contattati dall’Università di Catania per una collaborazione – racconta a MeridioNews la responsabile commerciale dell’azienda Anna Maugeri Russo – e, senza neanche pensarci, abbiamo deciso di impegnarci per il nostro territorio». Nasce così l’accordo con la protezione civile regionale e con il dipartimento di Scienze chimiche e di Scienze del farmaco di UniCt per realizzare una soluzione disinfettante, fatta seguendo le linee guida dell’Oms, con l’alcool puro fornito dalla distelleria.
«Siamo contenti di potere dare un contributo concreto per l’emergenza coronavirus», spiega la donna parte della quinta generazione che porta avanti l’azienda nata nel 1870 ai piedi dell’Etna, che quest’anno festeggia 150 anni di attività. Alcool grezzo, alcool puro, acquaviti di frutta, brandy e grappe utilizzati per produrre liquori e distillati. Adesso, quello stesso alcol puro che si usa per fare i liquori, viene utilizzato per produrre il disinfettante.
«È il prodotto migliore possibile, molto più pregiato del comune alcool rosso – spiega Maugeri – Tramite la protezione civile, siamo riusciti a ottenere dalla dogana di Catania anche che l’Università non pagasse le accise per l’alcool puro. Una bella sinergia tra diverse realtà per riuscire a portare un beneficio reale a tutta la comunità». Una fornitura dello stesso alcool la distilleria l’aveva già messa a disposizione del Comune di Santa Venerina in questo periodo di emergenza Covid-19.
«Stiamo facendo semplicemente una cosa giusta, è la nostra forma di impegno civile per dimostrare il grande amore per il nostro territorio», spiega Anna che, oltre a essere la responsabile commerciale, è la moglie di Alessandro Russo. È lui l’amministratore unico che gestisce, insieme al cugino Aurelio e a un’altra dozzina di dipendenti, l’azienda storica dei fratelli Giuseppe e Salvatore Russo portando avanti l’antica arte dei mastri distillatori siciliani.
«Adesso che è necessario, mettiamo il nostro alambicco al servizio della collettività e delle esigenze sanitarie». Uno strumento solitamente utilizzato per produrre grappe, brandy e acquaviti di frutta, al momento fornisce una componente essenziale della soluzione disinfettante prodotta dall’Università di Catania per conto del dipartimento della protezione civile regionale. È l’alcool etilico che agisce sul virus e
che è l’83 per cento del prodotto; la restante parte è composta da acqua
ossigenata e glicerina. La soluzione igienizzante viene distribuita a forze dell’ordine, polizia, tribunali, preture, prefetture, carceri, croce rossa, vigili del fuoco e anche a diversi Comuni
e strutture sanitarie.
«L’inaspettata esigenza sanitaria ci ha ricordato l’essenza della nostra azienda – aggiunge Anna – Siamo una distilleria, siamo
legati alla terra e al territorio, al vino e allo spirito, nel vero senso del termine, cioè all’anima stessa della Sicilia», conclude la
responsabile commerciale della distilleria Russo.