Inchiesta Interporto, da Torrisi Rigano all’ex deputato D’Asero la loro difesa davanti al giudice

Presenti in aula, al terzo piano del palazzo di giustizia di piazza Giovanni Verga, e pronti a rispondere alle domande del giudice Carlo Umberto Cannella. Sono i quattro indagati finiti agli arresti domiciliari lunedì scorso nell’ambito dell’inchiesta della procura di Catania sulla Società degli interporti di Sicilia, partecipata per quasi il 90 per cento dalla Regione. Obiettivo comune quello di ottenere la revoca dei domiciliari. Il primo a prendere parte all’interrogatorio di garanzia di questa mattina è stato Rosario Torrisi Rigano, fino al 2021 al vertice della partecipata. Il 69enne è accusato di induzione indebita a dare o promettere utilità, peculato e corruzione. Sotto la lente d’ingrandimento la posizione di una dipendente e le ingerenze della politica legate al suo licenziamento e successivo reintegro ma anche l’affidamento del polo logistico alla Luigi Cozza trasporti e l’assunzione nella società privata della nuora del manager pubblico. «Abbiamo spiegato il vero motivo della revoca del licenziamento – spiega a MeridioNews l’avvocato Dario Pastore riferendosi al ritorno al lavoro di Cristina Sangiorgi (pure lei indagata e finita ai domiciliari, ndr) – Tutto era legato a un parere orale attraverso il quale un docente ha spiegato al mio assistito che il licenziamento non avrebbe potuto tenere». Stando alla ricostruzione sarebbe stato proprio Torrisi ad accorgersi della laurea falsa di Sangiorgi contattando direttamente l’università Kore di Enna. Subito dopo, avrebbe provveduto al licenziamento innescando pressioni e richieste della politica che lo stesso Torrisi avrebbe denunciato in procura.

Rimandate ai pm anche le contestazioni legate alla presunta corruzione e ai favoritismi alla società di trasporti. Vincitrice del bando per nove anni per la concessione del polo logistico dopo quattro gare andate deserte. Secondo l’accusa, Torrisi Rigano avrebbe dato la possibilità all’imprenditore Luigi Cozza di potere usufruire gratuitamente dell’area, ancora prima della firma ufficiale dell’accordo. «La concessione prevedeva che il bene fosse fruibile e così non era – aggiunge l’avvocato che ha presentato istanza di revoca degli arresti domiciliari per il suo assistito – Dopo anni di inutilizzo, per esempio, non c’era l’impianto elettrico a norma». Nello schema accusatorio c’è anche un presunto accordo legato all’assunzione della nuora di Torrisi Rigano dopo il rilascio di un nullaosta che consentiva alla Luigi Cozza trasporti di dare in sublocazione un capannone a Eurospin. «La nuora di Torrisi Rigano aveva già mandato il proprio curriculum e il mio assistito si è limitato a segnalarlo – spiega Pastore – Bisogna anche specificare come la donna abbia lavorato lì soltanto sei mesi, salvo poi dimettersi prima ancora del blitz».

Cartellina sotto il braccio e cappotto blu. In aula ha scelto di rispondere alle domande anche l’ex deputato del centrodestra Nino D’Asero che per Sangiorgi – a cui è legato da una relazione sentimentale -, avrebbe mediato al fine di farle riottenere il posto nella Sis. Pressioni che hanno avuto come destinatari anche altri tre indagati a cui, però, non è stata notificata la misura cautelare. Si tratta dell’ex assessore alle Infrastrutture e attuale vertice dell’Economia Marco Falcone, il coordinatore della sua segreteria Pippo Li Volti, e l’ex vicepresidente della Regione Gaetano Armao. D’Asero, difeso dagli avvocati Tommaso Tamburino e Isabella Giuffrida, ha lasciato il palazzo di giustizia poco dopo mezzogiorno. «Ha risposto alle domande – spiega l’avvocato Tamburino a MeridioNews – confermando di essersi speso per evidenziare le legittime pretese della dipendente che, negli uffici della Sis, viveva una situazione ambientale difficile dovuta a contrasti quotidiani con i colleghi in un contesto generale in cui l’amministrazione della partecipata non riusciva a porre rimedio». Ultimi a comparire davanti al giudice per l’interrogatorio di garanzia l’imprenditore Luigi Cozza, difeso dall’avvocato Carmelo Peluso, e Sangiorgi, assistita dall’avvocato Francesco Giammona.


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