Il reset politico di Fratelli d’Italia in Sicilia: come ci siamo arrivati e quali grane aspettano il neo commissario Sbardella

Tanto tuonò che piovve, pure in casa di Fratelli d’Italia, dove Luca Sbardella, romano, eletto alla camera dei deputati nella circoscrizione Lombardia, è stato nominato nuovo commissario del partito in Sicilia al posto di Salvo Pogliese a oriente e Giampiero Cannella a occidente. Un effetto domino dopo le dimissioni di Manlio Messina da vicepresidente del gruppo parlamentare alla Camera. La reazione del partito siciliano è stata a denti stretti: tutti hanno augurato buon lavoro al nuovo commissario, note piene di entusiasmo e ottimismo, ma la cosa non è così semplice.

Un terremoto annunciato, con Messina che pare fosse sul punto di dimettersi già all’indomani del mezzo scandalo che ha coinvolto il deputato ormai ex FdI Carlo Auteri, che avrebbe fatto dirottare dei finanziamenti su un’associazione culturale riconducibile ai suoi familiari. L’ultima goccia pare essere stata la questione legata all’Asp di Trapani e alle centinaia di pazienti in attesa dell’esito di una biopsia. Asp guidata da Ferdinando Croce, manager nominato con il sostegno dell’ex assessore alla Salute Ruggero Razza. E se a questi casi si sommano SeeSicily, il caso dei soldi spesi per lo stand siciliano a Cannes e quello dell’ex sindaco di Avola, accusato di avere chiesto soldi ai suoi assessori, ecco che il passo del reset politico sembra a questo punto inevitabile.

Spettatore interessato delle manovre patriote resta Renato Schifani, che spesso ha avuto posizioni più vicine a FdI che alla sua Forza Italia, ma che con i meloniani ha anche ingaggiato grandi scontri. L’ultimo è ancora in corso e riguarda la nomina del nuovo direttore generale della Gesap, società che gestisce l’aeroporto di Palermo. Un punto caldissimo, che ha persino causato al presidente una reazione stizzita durante il summit Palermo-Milano al Teatro Massimo del capoluogo di Regione, quando Schifani ha avuto un veloce, ma acceso, scambio di vedute con Vito Riggio Ossia l’amministratore delegato di Gesap voluto in quel ruolo proprio dal presidente della Regione, che si è visto bocciare il nome proposto per il ruolo di direttore generale proprio da Fratelli d’Italia. Meloniani che desideravano un nome più politico, seguendo una linea con cui tanto Schifani quanto Riggio si sono detti in aperto disaccordo. Chissà che questi cambiamenti in corsa tra i patrioti non riescano a smorzare i toni.


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