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Mentre Galvagno traballa, Schifani detta la linea e punta al 2027: autostrade, Anas e aeroporti

Una cena a Mondello con «gli otto imprenditori più importanti della Sicilia». Intenzionati, a quanto pare, a sostenere Gaetano Galvagno, presidente dell’Assemblea regionale siciliana, in vista delle prossime elezioni regionali del 2027. Non per una semplice riconferma in parlamento, ma per una possibile candidatura a presidente della Regione. A raccontare di quella cena è Sabrina De Capitani, ex portavoce di Galvagno, oggi coindagata con lui per corruzione nell’ambito dell’inchiesta condotta dalla procura di Palermo. La serata risale al 16 luglio 2023 e, secondo l’informativa della guardia di finanza, la giornalista discuteva con il compagno del peso politico dei commensali, sottolineando come rappresentassero «centomila dipendenti». Tradotto: una montagna di voti.

Non ci sono conferme sul reale svolgimento della cena né sulle presunte ambizioni elettorali di Galvagno. Il diretto interessato ha rilanciato pochi mesi fa, durante la convention di Grande Sicilia – il nuovo progetto politico promosso da Raffaele Lombardo, Gianfranco Miccichè e Roberto Lagalla – la propria fedeltà a Schifani, sostenendo pubblicamente un Schifani-bis e difendendolo dagli attacchi di alcuni «giornaletti» che proverebbero a creare fratture interne. Ma le cene, le intercettazioni e le dichiarazioni non bastano più. Il termometro politico dell’Ars ora deve misurarsi con qualcosa di più concreto: l’inchiesta su Galvagno e un nuovo terremoto giudiziario che scuote l’assessorato al Turismo e allo Sport, roccaforte di Fratelli d’Italia. Tra silenzio calcolato e dichiarazioni di circostanza durante il dibattito pubblico all’Ars, emerge un dato: Renato Schifani, attuale presidente della Regione, sembra uscirne, almeno per ora, rafforzato.

Il governatore ha incassato negli ultimi giorni due vittorie simboliche: la prima riguarda la rimozione anticipata dei cantieri sull’A19 tra Bagheria e Casteldaccia, ottenuta a stagione turistica già iniziata ma per tutto il periodo estivo. «Le esigenze dei siciliani non possono più essere ignorate – ha dichiarato in una nota – e questo è il segnale che, quando le istituzioni fanno squadra e agiscono con determinazione, i risultati arrivano». La seconda affermazione arriva dal fronte Anas. Sabato scorso, Schifani ha rotto con i vertici regionali della società, chiedendo a Roma la rimozione del responsabile siciliano. In meno di una settimana ha ottenuto la nomina dell’ingegnere Nicola Montesano, che guiderà la struttura e sarà anche sub commissario per l’attuazione del piano di manutenzione della stessa A19. Con lui, anche l’ex parlamentare Simona Vicari, già chiamata a supportare il presidente sui temi trasporti ed energia. «Il cambio ai vertici regionali di Anas – ha detto Schifani – è un passaggio necessario per più efficienza e discontinuità».

E poi c’è la partita degli aeroporti. A Palermo, Schifani ha praticamente rimosso Vito Riggio dalla guida della Gesap e, secondo Repubblica, avrebbe già indicato l’ex manager di Ferrovie dello Stato Gianfranco Battisti come nuovo amministratore delegato, nonostante la Regione non detenga quote nella società. Le sigle sindacali hanno criticato la scelta come una forzatura politica, ma i fatti raccontano ancora una volta come il ruolo di Schifani sia assolutamente centrale. La tensione si sposta anche su Catania. Il governatore, a fine aprile, ha inviato una nota al commissario della Camera di Commercio del Sud-Est, Antonio Belcuore, sollecitandolo ad approvare il bilancio per garantire la continuità gestionale e invitandolo a non intervenire sulla governance della Sac, fino all’insediamento ufficiale dei nuovi organi. Adesso, dopo tre assemblee, la partita è entrata nel vivo, nonostante non si sia ancora raggiunto il numero legale, segno evidente di come nel centrodestra debba ancora essere definito l’accordo. La Sicilia è così sospesa tra inchieste giudiziarie, manovre politiche e scontri sulle infrastrutture, con un centrodestra che, da un lato, deve contenere la scossa dell’indagine su Galvagno, mentre dall’altro si prepara, almeno al momento così pare, a un nuovo equilibrio interno, dove Schifani appare sempre più centrale.


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