Forconi, gli studenti occupano il Cannizzaro Il preside li sgombera: «Aizzati dai padri»

Hanno occupato l’Itis Cannizzaro di Catania, anzi no. Gli studenti dell’istituto tecnico di via Palermo ci hanno provato ieri, sono rimasti tutto il giorno nell’edificio, ma verso le 21,30 la Digos li ha fatti uscire. «Non volevamo danneggiare la scuola e siamo usciti, ma stamattina abbiamo comunque fatto sentire il nostro dissenso» racconta Salvatore, uno degli studenti.  Ed in effetti sono in pochi i ragazzi entrati a fare lezione. Gli altri hanno indetto un’assemblea nel cortile per manifestare il loro dissenso per i disservizi scolastici e dimostrare la loro solidarietà agli uomini del movimento dei Forconi che stanno paralizzando la Sicilia. «Come i manifestanti lamentano di non arrivare a fine mese e non poter programmare un futuro per sé e per le proprie famiglie, noi ci sentiamo un po’ come loro. D’altra parte, in qualche modo rappresentiamo i loro figli» spiega Luca Canova, rappresentante di consulta dell’istituto.

E tanti sono i problemi che lamentano i ragazzi. «Il riscaldamento non funziona» dice Salvatore Pandetta. Per Dario Messina «la pulizia lascia a desiderare, perché sarebbe necessaria quella straordinaria e non solo quella ordinaria dei pulizieri e i laboratori non sono attrezzati adeguatamente o sono chiusi. In quello di chimica mancano le cappe come anche alcune sostanze per gli esperimenti. Quello di elettrotecnica, invece, è stato ristrutturato, ma mancano le griglie». «La palestra, poi – aggiunge Paolo Trovato – la dividiamo in quattro o cinque classi».

Secondo il preside Salvatore Indelicato, invece, è tutta una scusa perché «la scuola è attrezzatissima, funziona tutto e se c’è spazzatura è fuori, dove gli studenti non possono andare, ma la scuola è pulita e ci sono attrezzature nei laboratori che neanche si sognano» dichiara. La motivazione vera secondo il dirigente scolastico è un’altra e va ricercata nell’influenza dei genitori sui figli. «Qualche ragazzo ha il papà camionista che sta partecipando ai blocchi e ha sollecitato a solidarizzare perché si facesse pressione anche a scuola» afferma Indelicato.

Abbiamo fatto un breve giro per la scuola. Se i laboratori sono chiusi a chiave, è sufficiente appoggiare una mano sui termosifoni per rendersi conto che sono al minimo, appena tiepidi. La scuola, poi, ha problemi di pulizia, soprattutto nell’area esterna. Qui ci sono veri e propri cumuli di spazzatura che giacciono indisturbati.
Se comunque secondo il preside va tutto bene, i ragazzi, non sono dello stesso avviso, non fanno lezione già da due giorni e chiedono che si faccia qualcosa. « Non è giusto fare lezione così. Paghiamo le tasse e abbiamo diritto a laboratori efficienti e ad una scuola pulita. Per non parlare del freddo. Sto spesso con il giubbotto anche dentro l’edificio» racconta Paolo.
Vedremo che succederà.

 


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