Mentre i comuni che sorgono nei pressi della discarica di contrada Tiritì si muovono per fare ricorso al piano regionale di gestione dei rifiuti, i cittadini mottesi e misterbianchesi pensano di rivolgersi a Bruxelles per fermare l'allargamento dell'impianto. La capacità potenziale delle nuove vasche è di tre milioni di metri cubi, per quello che diventerà l'impianto emergenziale più grande dell'isola. E i debiti dell'Ato 3 aggiungono altri disagi
Discarica Tiritì, no da Motta e Misterbianco I cittadini si rivolgono alla Corte europea
Il comune di Motta Sant’Anastasia ha autorizzato l‘impugnazione del piano regionale di gestione dei rifiuti. L’amministrazione mottese era parsa quella più restia a opporsi alla decisione della Regione, firmata lo scorso giugno, che prevede l’allargamento della discarica gestita dalla Oikos spa di contrada Tiritì, in via di chiusura per saturazione. La struttura, nella contigua contrada Valanghe d’inverno, si trova a ridosso del comune di Misterbianco, ma sul suolo di Motta. Secondo i cittadini dei due paesi, riuniti in due comitati che si oppongono alla decisione, si tratta della creazione di un impianto nuovo (non di un ampliamento) dalla capacità potenziale di tre milioni di metri cubi. Praticamente il sito emergenziale più grande dell’isola.
Nel piano, la Regione ha individuato nel Catanese tre siti «con volumi potenziali disponibili». Limpianto di Grotte San Giorgio a Catania e quello di contrada Tiritì che hanno spazio residuo per poco più di 600mila metri cubi, e il costruendo impianto di contrada Valanghe dinverno. Il sindaco di Misterbianco Nino Di Guardo aveva già manifestato l’intenzione di presentare ricorso, chiedendo di fare fronte comune durante un Consiglio comunale mottese al quale era stato invitato. Invece il collega mottese, Angelo Giuffrida, è stato un fermo sostenitore della tesi secondo la quale si doveva attendere la pubblicazione del piano nella Gazzetta ufficiale regionale prima di poter adire a vie legali. Un migliaio di cittadini mottesi avevano firmato una petizione per poi sfilare lo scorso 15 settembre assieme ai vicini di Misterbianco fino ai cancelli dell’impianto, ma la decisione di affidare l’incarico ai legali è giunta solo mercoledì. Quando manca poco meno di una settimana al termine ultimo per poter ricorrere.
Parallelamente all’azione dei due comuni, i cittadini mottesi e misterbianchesi si sono uniti per dar vita ad un ricorso alla Corte di giustizia europea. Nelle prossime settimane, attraverso un incontro e una colletta pubblici, la denuncia – che non è sottoposta agli stessi vincoli temporali della giustizia italiana – arriverà a Bruxelles. Intanto i lavori in contrada Valanghe d’inverno procedono spediti: la prima delle tre vasche è già pronta, la seconda è in fase di allestimento e per la terza è già stata scavata l’enorme buca che servirà da contenitore per i rifiuti di tutta la Sicilia.
Oltre ai danni ambientali, però, i disagi per gli abitanti rischiano di aumentare a causa dei debiti di alcuni comuni dell’hinterland proprio nei confronti della Oikos. Ieri e oggi le porte della discarica di contrada Tiritì sono rimaste chiuse ai camion provenienti dall’Ato 3, debitrice di più di un milione di euro (1.127.331,80 di euro) per il periodo gennaio-agosto 2012. Pugno ferreo della ditta, nonostante la proposta di pareggiare i conti attraverso l’acquisizione di un credito simile vantato proprio dal comune di Motta (1.052.917,26 di euro). Oggi sono passati solo i mezzi provenienti dalle amministrazioni che sono riuscite ad anticipare parte dei fondi (Belpasso, Biancavilla, Camporotondo, San Pietro Clarenza e Misterbianco). Per gli altri – Paternò, Adrano, Santa Maria di Licodia, Ragalna e, paradossalmente anche Motta – l’emergenza continua.
[Foto di Giorgia Capozzi, fotomontaggio di Carmelo Liseo]