La conferma della condanna della corte d'Appello per il 24enne Dylan Foti era arrivata a giugno. Adesso è stato portato nella casa circondariale di Augusta. Insieme a due ragazzi all'epoca minorenni, è accusato di avere ucciso Nuccio Sortino. Guarda il video
Delitto panettiere, in carcere un giovane del commando Parenti e amici in caserma protestano contro l’arresto
Torna in carcere Dylan Foti, il 24enne accusato dell’omicidio del panettiere 49enne Sebastiano Sortino, ucciso a colpi di pistola la notte del 9 settembre del 2016. Un agguato organizzato insieme a due ragazzi all’epoca minorenni – che sono già stati condannati a 15 anni e sei mesi e 16 anni e sei mesi – mentre tornava a casa dopo essere stato a lavoro nella sua attività di via Ronco Scilla a Floridia, in provincia di Siracusa. Per Foti, la condanna della corte d’Appello di Catania, che conferma quella in primo grado a 16 anni e otto mesi, era arrivata a giugno. Adesso, i carabinieri hanno avuto l’ordine di portarlo nella casa circondariale di Augusta. Come quattro anni fa, al momento della cattura parenti e amici si sono riuniti fuori dalla caserma per protestare contro i militari.
Secondo la ricostruzione della procura, i tre giovani avrebbero ammazzato Nuccio Sortino per dargli una lezione. «Questi ragazzi andavano al panificio e pretendevano di mangiare gratis pizzette, rustici o cornetti per la colazione», avevano raccontato alcuni vicini a MeridioNews. Quella notte il commerciante, componente anche del direttivo dell’associazione antiracket, li ha richiamati e cacciati per farli smettere.Così, per desiderio di vendetta e di sfida, lo hanno ucciso.
Come si vede dalle immagini di un sistema di videosorveglianza, Sortino incontra i ragazzi – amici e residenti nello stesso condominio – tutti e tre a bordo dello stesso scooter all’incrocio successivo a quello del panificio. «Vieni avanti, fatti vedere, affrontaci», lo sfidano con un gesto del braccio. Il 49enne li ignora e va avanti in macchina per la sua strada. Il delitto avviene pochi minuti dopo le 3 all’incrocio fra via Boschetto e via Foscolo. Sei i colpi esplosi – uno dei quali raggiunge mortalmente la vittima entrando dall’ascella e perforandogli il polmone – da una pistola berretta calibro 7.65 che è stata ritrovata poi, in un vasto terreno incolto, su indicazione di uno dei due minorenni.
Un’arma della quale era già in possesso e che portava con sé anche quella sera. A sparare sarebbe stato però l’altro ragazzo minorenne che, durante l’interrogatorio, aveva ammesso che la sua intenzione era spaventare Sortino sparando contro la macchina. I ragazzi che non hanno materialmente commesso il delitto, subito dopo avevano chiesto un passaggio a un conoscente incontrato per caso per andare a Siracusa. Durante il tragitto in macchina, i due avrebbero commentato il delitto forti dell’idea di dichiararsi estranei. Foti ha sempre sostenuto di essersi allontanato prima che fossero esplosi i colpi di pistola.