Crac Wind Jet, davanti gup parla Gianluca Cedro Due parti civili ammesse. Sentenza il 3 febbraio

Tre udienze prima della decisione della giudice per l’udienza preliminare. È questo il cronoprogramma scelto dalla magistrata Gaetana Bernabò Distefano per arrivare al 3 febbraio prossimo, giorno in cui si deciderà sul caso giudiziario legato al fallimento di Wind Jet, la compagnia aerea low-cost caduta in disgrazia e creata dall’imprenditore etneo Nino Pulvirenti. L’ex presidente e attuale proprietario del Calcio Catania è imputato nell’ambito del procedimento scaturito dall’inchiesta Icaro, condotta dal nucleo tributario della guardia di finanza su delega della procura etnea. Insieme a lui sul banco degli imputati ci sono l’ex amministratore delegato Stefano Rantuccio, Angelo Vitaliti, che ha occupato il ruolo di componente del consiglio d’amministrazione di Wind Jet e di ex vicepresidente del Calcio Catania. La lista si allunga con altre 13 persone. Tra queste c’è pure Gianluca Cedro, della società di consulenza strategica Emintad, incaricata di supportare Wind Jet in un piano di sviluppo dal gennaio 2011. L’imputato è stato l’unico, insieme a Luciano Di Fazio, che nell’udienza di ieri ha rilasciato dichiarazioni spontanee. Entrambi hanno respinto ogni accusa.

Durante la seduta è stata letta l’ordinanza sull’ammissione delle parti civili. La giudice ha accolto quelle dell’Inps e dell’associazione Codacons. Rigettate invece le proposte di Codici e Consitalia. «Per loro non è stato riconosciuto il diritto statuario di stare in giudizio – spiega a MeridioNews l’avvocata di Codacons Elisa Di Mattea -. Adesso si proseguirà con le udienze del 20, 23 e 30 gennaio e, salvo intoppi, il prossimo 3 febbraio verrà letta la decisione». Il rischio per gli imputati, accusati a vario titolo di bancarotta fraudolenta, è quello di essere rinviati a giudizio. Secondo il programma, durante la prossima udienza prenderanno la parola i magistrati titolari dell’inchiesta: Alessandro Sorrentino e Alessandra Tasciotti. Secondo gli inquirenti il gruppo avrebbe effettuato delle operazioni che, a partire dal 2005, avrebbero aggravato lo stato di dissesto di Wind Jet. La compagnia, nonostante le ingenti perdite che non le avrebbero consentito di volare, era diventa una delle low-cost di punta nel panorama dei trasporti aerei in Italia. 


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