Cefalù, sequestrato l’impianto di piazza Marina «Sversava di continuo liquami fognari in mare»

L’impianto di sollevamento installato a piazza Marina, a Cefalù, inquina. Questa la conclusione a cui sono arrivati i poliziotti del comando della cittadina normanna, coordinati dal sostituto procuratore di Termini Imerese, Giovanni Antoci, dopo un attento lavoro di monitoraggio. Per questo è scattato il sequestro della struttura. 

«È stata accertata – si legge nel provvedimento – una condizione di grave inquinamento ambientale dell’area marittima che si trova a ridosso del molo di Cefalù cagionata dal continuo sversamento in mare di liquami fognari non trattati provenienti dalle vasche di raccolta e sollevamento del sistema fognario della città». In occasione di tali servizi, si legge ancora, «si è avuto modo di accertare la non occasionalità dell’illecito sversamento (che si protrarrebbe da quasi un mese) e la conseguente compromissione significativa della porzione di mare interessata dall’abusivo smaltimento degli scarichi fognari».

Lo sversamento dei liquami deriverebbe dal cattivo funzionamento di alcune pompe di sollevamento dell’impianto. Alle operazioni hanno preso parte tecnici dell’Arpa, che hanno provveduto al prelievo ed alla campionatura delle acque per le successive analisi tecniche. L’ipotesi di reato per cui si procede, al momento a carico di ignoti, è quella inquinamento ambientale con conseguente deterioramento dell’ecosistema, della flora e della fauna marina, con l’aggravante che l’inquinamento ricade in un area sottoposta a speciali vincoli storici, paesaggistico-ambientali e naturalistico-archeologici come quella a ridosso delle mura megalitiche del centro storico di Cefalù e di uno dei tratti di mare più protetti e suggestivi della Sicilia occidentale. Dopo l’apposizione dei sigilli l’impianto è stato affidato all’amministrazione comunale.

Aggiornamento ore 16.45

L’ATI, in riferimento alle notizie pervenute sull’impianto di sollevamento in territorio di Cefalù, rileva che «l’assemblea dell’ATI in riunione del 22 novembre scorso ha deliberato di restare in attesa di chiarimenti da parte del Governo Regionale, all’epoca in via di costituzione, e dell’Assessorato Regionale di riferimento, in relazione a leggi regionali succedutesi nel tempo».

E aggiunge: «In atto sono centinaia i Comuni che continuano a gestire direttamente il servizio idrico integrato. Si apprende e si prende atto che il Comune di Cefalù, così come tutti gli altri Comuni, in qualità di gestore pro tempore, ha provveduto e sta provvedendo a quanto necessario».


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»Il problema deriverebbe dal cattivo funzionamento di alcune pompe di sollevamento. Alle operazioni hanno preso parte la polizia e i tecnici dell’Arpa. L’ipotesi di reato per cui si procede, al momento a carico di ignoti, è quella inquinamento ambientale con conseguente deterioramento dell’ecosistema, della flora e della fauna marina. Guarda il video

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