Catania già da ieri è invasa da rifiuti che continuano a strabordare dai cassonetti e ad accumularsi sui marciapiedi. A una quindicina di questi cumuli di spazzatura per strada questa notte è stato dato fuoco nelle zone di stradale Cravone (San Giorgio) e viale Bummacaro (Librino). Intanto, anche oggi 15 mezzi della Dusty sono tornati indietro carichi – e ora si trovano, insieme a quelli dei rientrati nei giorni scorsi, parcheggiati nell’autoparco – dopo avere atteso invano dietro i cancelli della discarica della Sicula Trasporti. «Tutti gli spazi disponibili per l’abbancamento sono occupati – fanno sapere dalla ditta – e oggi siamo riusciti a conferire solo 182 chili di spazzatura».
Intanto le temperature si sono rialzate e la città è invasa anche dalla puzza. «La situazione igienico-sanitaria è già a rischio – lamentano da
Dusty – e noi stiamo aspettando ancora indicazioni che devono partire dalla Regione e poi, a catena, arrivare dalla Srr e al Comune che, a sua volta, deve poi comunicarle a noi». Una situazione che si è già trasformata in emergenza da quando, la scorsa settimana, Sicula Trasporti – da oltre un anno sotto amministrazione giudiziaria in seguito all’inchiesta Mazzetta Sicula – ha comunicato con una nota inviata ai Comuni interessati la riduzione degli abbancamenti, che era già nell’aria da mesi. Superate le 600 tonnellate di rifiuti conferiti in discaricare, gli autocompattatori sono costretti a tornare indietro.
Non solo Catania, da oggi i primi segnali della situazione di emergenza cominciano a farsi vedere anche in altri territori della provincia. E i sindaci dei Comuni della Srr Catania Metropolitana hanno scritto una nota congiunta indirizzata all’assessore regionale ai Rifiuti Daniela Baglieri. «Mentre scriviamo questo appello, i nostri autocompattatori ritornano pieni dalla discarica e siamo preoccupati perché non si intravede una soluzione all’annoso problema impianti», si legge nel documento firmato Vito Di Mauro (Aci Bonaccorsi), Daniele Motta (Belpasso), Antonio Bonanno (Biancavilla), Filippo Privitera (Camporotondo Etneo), Massimiliano Giammusso (Gravina di Catania), Salvatore Puglisi (Linguaglossa), Enzo Magra (Mascalucia), Alfio Cosentino (Milo), Enzo Santonocito (San Pietro Clarenza), Marco Rubino (Sant’Agata li Battiati), Pippo Nicotra (Sant’Alfio), Santi Rando (Tremestieri Etneo) e Francesco Leonardi (Viagrande).
Sono stati tutti loro a chiedere all’assessora «una coraggiosa inversione di rotta» sottolineando che «nell’ambito della Srr Catania Metropolitana, alcuni Comuni hanno profuso ogni energia per ridurre la quota di indifferenziato da conferire in discarica, con notevole aumento della percentuale di differenziata andando ben oltre il 65 per cento di legge con picchi del 90 per cento. Alcuni Comuni poi – si legge ancora nella nota – con una decisione impopolare, hanno deciso addirittura di ritirare l’indifferenziato ogni 14 giorni allo scopo di aumentare ancora la differenziata raccolta. Pertanto, chiediamo che la quota di indifferenziata che va in discarica venga determinata tenendo in considerazione il numero di abitanti, la capacità della discarica e indirettamente quindi la percentuale di differenziata, in modo che i Comuni virtuosi non vengano penalizzati e si eviti la folle corsa notturna dei camion per arrivare alla discarica prima della chiusura», concludono.
Gli stessi primi cittadini hanno anche annunciato che domani si riuniranno per discutere: «Diremo tante cose – ha dichiarato Vito Di Mauro, il sindaco di Aci Bonaccorsi dove la raccolta differenza ha raggiunto l’85 per cento – e non concluderemo nulla perché chi deve decidere (la Regione) non decide e da più di 20 anni ci lascia vivere in una situazione di emergenza continua. Eppure – ha aggiunto – la situazione è chiara e bisogna trovare una via alternativa alle discariche obsolete e inquinanti che abbiamo». E, intanto, il primo cittadino di San Giovanni La Punta Antonino Bellia ha scritto invece alla prefetta Maria Carmela Librizzi per chiedere «di intervenire per la immediata
soluzione del problema che purtroppo si ripresenta ormai periodicamente. Noi sindaci – ha sottolineato nell’appello – dobbiamo fare i conti non soltanto
con l’aumento dei costi ma anche con le conseguenze igienico-sanitarie che i cumuli di rifiuti possono
causare».
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