Il gioco non incanta ma, a differenza della trasferta, Biagianti e compagni sono più cinici e fortunati. Gli avversari scompaiono dal campo dopo la zampata etnea. In semifinale, andata il 6 giugno, i rossazzurri sfideranno i toscani di Michele Mignani: servirà di più
Catania-Feralpisalò 2-0: si vola in semifinale Barisic cambia il match. Ora guanto al Siena
Il Catania posa il primo, fondamentale mattoncino verso la Serie B. Lo fa dopo una partita ben più complicata di quanto dica il risultato: la Feralpisalò, infatti, si è dimostrata squadra vera, fatta di calciatori dalla buona tecnica e dai meccanismi di gioco ben oliati da un mister esperto come Domenico Toscano. Nonostante la bolgia del Massimino, con 14mila tifosi a spingere da subito i rossazzurri e l’eloquente striscione della nord che recitava «Osa..ogni oltre ostacolo», i lombardi hanno infatti iniziato alla grande: baricentro alto e giro palla rapido e preciso, condito da velocissimi dai e vai che trovavano sempre pronte le due punte Guerra e Ferretti, coinvolte anche nel lavoro di costruzione.
Proprio il numero 11 degli ospiti ha messo in ambasce la difesa etnea due volte nel primo tempo, senza contare i brividi venuti ai tifosi rossazzurri quando alla mezz’ora il contrasto tra Blondett e Ferretti ha fatto pensare al possibile calcio di rigore per gli ospiti: Amabile di Vicenza sorvola, scatenando l’ira della panchina della Feralpi. L’allenatore Toscano e il preparatore dei portieri che guadagnano anticipatamente la via dello spogliatoio. Durante tutta la prima frazione, l’unica palla pericolosa per gli etnei capita sulla testa sbagliata: quella di Russotto che, da posizione favorevole, manda alto. Pisseri non compie neanche una parata, ma il Catania è macchinoso, con poche idee e probabilmente in soggezione davanti a un pubblico che al 45’ scorta i giocatori negli spogliatoi con un eloquente «Noi vogliamo 11 leoni».
La ripresa ha due facce, il cui spartiacque è rappresentato dalla rete spacca-partita segnata da Barisic al 58’. La parte iniziale vede grande tensione. La Feralpi fisiologicamente non riesce a mantenere la stessa lucidità del primo tempo, lasciandosi andare anche a qualche fallo di troppo: l’emblema del nervosismo della partita è rappresentato anche dalla testardaggine con cui Russotto spreca un quattro contro due in contropiede. Il vantaggio rossazzurro, però, è una manna dal cielo: la visione di gioco di Lodi e l’inserimento da destra di Barisic – conclusione di punta a battere Livieri – certifica l’inizio di una partita completamente diversa. Il Catania da lì in poi si sblocca, col pubblico che sostiene la squadra con ancor più vigore.
Ripa avrebbe l’occasione di raddoppiare già sei minuti dopo la rete di Barisic, tirando però addosso a Livieri: il vantaggio trasforma la squadra di Lucarelli, mentre la Feralpi man mano scompare dal campo, avendo speso tutte le energie fisiche e mentali nel suo lunghissimo percorso per arrivare a questi quarti di finale. Il raddoppio fortuito del Catania è propiziato da Russotto, il cui tiro-cross incoccia la testa di Bagadur carambolando beffardamente in rete. L’incontro finisce col pubblico che riserva doverosi applausi anche alla squadra rivale, mentre la curva nord che urla ai calciatori «Portaci a Pescara, dai Catania portaci a Pescara».
Mister Lucarelli nel post partita loda i suoi, sottolineandone la bravura a livello psicologico: «Ci sono volute gestione di energie mentali e nervi, sapevamo che sarebbe stato difficile trovare la giocata. In queste ultime tre partite – sottolinea però il tecnico livornese – dobbiamo essere più cinici davanti, i playoff si vincono con i nervi e l’unità di gruppo». Non è un caso che l’allenatore, in poche battute, abbia ripetuto più volte la parola nervi: l’aspetto mentale, in una maratona come quella dei playoff, è forse più importante di qualsiasi nozione tattica. Il prossimo avversario dei rossazzurri sarà il Siena (andata mercoledì 6 giugno in Toscana, ritorno domenica 10 al Cibali): i bianconeri sono un gruppo esperto e solido difensivamente, per agguantare la finale di Pescara servirà un Catania migliore di quello visto all’opera ieri al Massimino.