L'incidente probatorio era stato chiesto dalla procura di Catania dopo una relazione dell'Asp etnea. Sotto la lente d'ingrandimento Daniela Agata Nicotra, accusata di avere ucciso con un coltello, il 9 dicembre 2020, la 26enne originaria di Messina
Caso Ylenia, c’è l’esito della perizia psichiatrica sull’ex amica «Impulsiva e poco tollerante ma capace di intendere e volere»
«Al momento dei fatti non era presente alcuna patologia psichiatrica tale da escludere o scemare l’imputabilità di Daniela Agata Nicotra». È questo uno dei passaggi chiave della perizia, firmata dal professore Eugenio Aguglia, sulla 34enne accusata di avere ucciso Ylenia Bonavera la sera del 9 dicembre 2020. Nicotra, che attualmente si trova in carcere, si consegnò alla polizia all’indomani del fatto di sangue, avvenuto all’incrocio tra via delle Salette e viale della Concordia, nella parte sud di Catania. A richiedere la perizia era stata la procura etnea con i magistrati Fabrizio Aliotta e Michela Maresca dopo che una relazione dell’Azienda sanitaria provinciale elencava una serie di disturbi che avrebbero riguardato la detenuta.
Il perito indica anche come Nicotra «presenti tratti di personalità disarmonici, connotati da impulsività e scarse capacità di tolleranza alla frustrazione». Particolari che però farebbero emergere «un disturbo psichiatrico non rilevante ai fini forensi». Obiettivo dell’incidente probatorio era quello di accertare se la 34enne fosse «in grado di partecipare coscientemente al procedimento» ma anche se fosse, al momento di compiere il fatto, «capace di intendere e di volere». Bonavera venne colpita durante una lite con una coltellata alla spalla destra, come si vede chiaramente in un video esclusivo pubblicato da MeridioNews. Intorno alle 21.20 arrivò, grazie a un’amica che si mise alla guida della Smart della vittima, al Pronto soccorso dell’ospedale Garibaldi, dove poi morì alle 21.50. In un primo momento si era diffusa la notizia, ripresa da alcuni giornali, del decesso per overdose. La pista però è stata smontata dall’autopsia. A difendere Nicotra è l’avvocato Giovanni Chiara mentre la mamma della vittima si è affidata ai legali Vittoria Santoro e Domenico Rizzotti.
«Decidendo di costituirsi il giorno dopo – prosegue la relazione – era pienamente consapevole di quanto commesso, motivata a risponderne coscientemente davanti alla giustizia». Davanti gli investigatori la 34enne, ex spogliarellista e conosciuta con l’appellativo di pantera, si difese affermando di avere colpito l’amica dopo un litigio in strada. «Intorno alle 20 – si legge nel verbale – passando da via della Concordia – avevo notato che Ylenia era drogata. Ci siamo afferrate per le mani e lei mi ha colpito all’occhio provocandomi un taglio».
Subito dopo, come si vede chiaramente dal video, la 34enne si sposta verso la sua automobile, una Mini Cooper Countryman bianca, è afferra un coltello. «Lo portavo con me perché avevo subito delle rapine – raccontò – e quindi lo avevo per difesa personale». Subito dopo l’accoltellamento Nicotra si mette al volante e si allontana accompagnata da due donne. «Avevo pensato da subito di costituirmi – continuava nella sua versione – perché mi ero immeditatamente resa conto che la situazione era grave anche se penso che sia morta per overdose».