Sull’autostrada A19 Palermo–Catania il traffico è sostenuto: al momento si registrano code e rallentamenti di circa tre chilometri nel tratto interessato dai cantieri, compreso fra Bagheria e Casteldaccia (in provincia di Palermo), nella carreggiata in direzione Catania, per via degli spostamenti dal capoluogo siciliano alle località balneari. Fluida la circolazione nella carreggiata opposta. «La situazione è monitorata costantemente […]
Foto di Renato Schifani su Facebook
A19: «Seria minaccia per la sicurezza stradale». E c’è chi chiede le dimissioni di Schifani da commissario
Sull’autostrada A19 Palermo–Catania il traffico è sostenuto: al momento si registrano code e rallentamenti di circa tre chilometri nel tratto interessato dai cantieri, compreso fra Bagheria e Casteldaccia (in provincia di Palermo), nella carreggiata in direzione Catania, per via degli spostamenti dal capoluogo siciliano alle località balneari. Fluida la circolazione nella carreggiata opposta. «La situazione è monitorata costantemente dal personale in servizio», dice l’Anas che sta mettendo a disposizione personale aggiuntivo per fluidificare il traffico e assistere gli automobilisti. Previsti presidi di soccorso meccanico lungo la tratta Palermo-Termini Imerese, in entrambe le direzioni. In caso di necessità, il servizio sarà attivato dalla sala operativa Anas di Palermo.
Una situazione che si ripete, oramai da tempo, ogni fine settimana. E che ha anche portato alla rottura istituzionale tra Regione Siciliana e Anas. Intanto, Codacons e il comitato Utenti vittime autostrade siciliane esprimono profonda preoccupazione per le gravi criticità strutturali e chiedono le dimissioni del presidente della Regione Renato Schifani da commissario straordinario della A19. «La situazione dell’A19 rappresenta una seria minaccia per la sicurezza stradale e – si legge in una nota congiunta – per la qualità della vita di migliaia di cittadini, pendolari e lavoratori che ogni giorno percorrono questa arteria fondamentale per la Sicilia. Le condizioni documentate, tra buche, cantieri infiniti, ponti in evidente stato di degrado e restringimenti improvvisi, testimoniano l’urgenza di un intervento radicale».