«Lo stress da lavoro porta alla dipendenza da gioco d’azzardo»: la Sicilia seconda regione in Italia

«La Sicilia è la seconda regione più colpita dall’aumento dei casi di burnout e, parallelamente, sta registrando un incremento della spesa nel gioco d’azzardo». Due fenomeni diversi, messi in correlazione in una ricerca dell’associazione no profit Giocoresponsabile, che negli ultimi anni nell’Isola crescono di pari passo e colpiscono maggiormente fasce di popolazione che dovrebbero avere sviluppato degli anticorpi specifici. E, invece, così non è affatto: in linea con il dato nazionale, infatti, anche in Sicilia il settore più a rischio è quello socio-sanitario. Dall’analisi dei risultati statistici del report che ha preso in considerazione il biennio tra il 2023 e il 2024, in Sicilia si è attestato un incremento del 145,8 per cento di casi di burnout. Peggio solo il Piemonte (con un + 146,7 per cento).

«Lo stress da lavoro correlato è una realtà sempre più preoccupante», spiega Giovanni Del Mattino, co-fondatore di Giocoresponsabile. Una sindrome riconosciuta dall’organizzazione mondiale della sanità (Oms) che incide pesantemente sulla salute mentale dei lavoratori, alterandone l’equilibrio psicologico e il benessere complessivo. «Ma c’è di più – aggiunge l’attivista – Recenti studi indicano infatti una correlazione tra lo stress cronico sul lavoro e l’insorgenza di comportamenti compulsivi, come la dipendenza da gioco d’azzardo». E, oramai da anni, la Sicilia è diventata l’isola dell’azzardo patologico con cifre miliardarie spese non solo e non tanto in grandi città ma anche e soprattutto in piccoli centri. «Si azzarda di più dove si sta più male», è la conclusione a cui è arrivato il coordinatore regionale della campagna Mettiamoci in gioco Gino Gandolfo. Una deduzione che può avere, dunque, riferimenti non solo in aree geografiche ma che può essere applicata anche agli ambiti lavorativi.

«Il burnout può favorire la dipendenza da gioco d’azzardo ed è particolarmente diffuso in alcuni settori a causa di carichi di lavoro eccessivi, stress emotivo, turni irregolari, responsabilità e pressioni aziendali», spiega Giovanni Del Mattino tenendo conto di quanto emerso dal report di Giocoresponsabile. «Lo stress cronico – continua – spinge molte persone a cercare una via di fuga e il gioco d’azzardo può rappresentare un’illusione di controllo e un sollievo temporaneo, aumentando il rischio di dipendenza». Un rapporto di causa-effetto che da una vulnerabilità a livello psicologico, quindi, spingerebbe verso meccanismi di evasione. E ci sono settori lavorativi in cui il burnout è particolarmente diffuso. Al primo posto c’è quello sanitario: con medici, infermieri e operatori socio-sanitari «sottoposti a turni estenuanti, con emergenze continue da affrontare, carenza di personale e forte stress emotivo per il contatto con la sofferenza», si legge nel report.

Altro ambito particolarmente a rischio è quello relativo a insegnamento ed educazione, seguito poi da chi si occupa di servizi di assistenza clienti (in particolare lavoratori dei call center), da impiegati nel settore bancario e finanziario (impiegati di banca, consulenti finanziari, assicuratori), ma anche lavoratori dell’ambito tech e informatica (programmatori, sviluppatori, ingegneri). Stando all’analisi dell’ultimo biennio da parte di Giocoresponsabile, inoltre, altri settori lavorativi a rischio sono quello della ristorazione, della grande distribuzione organizzata (ovvero i supermercati), della logistica e anche del giornalismo. «Per molti lavoratori stressati – spiega Del Mattino – il gioco d’azzardo offre un’illusione di controllo e una temporanea distrazione dalle pressioni quotidiane. Lo stress cronico, però, – continua – altera il sistema di ricompensa cerebrale, rendendo le persone più propense a cercare gratificazioni immediate, come – conclude – quelle offerte dalle scommesse, dalle slot machine o dal gioco online».


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