Commandi armati che pattugliano pezzi di città in sella a potenti scooter, inseguimenti e avvertimenti a colpi di pistola e mitragliatori AK-47. Scene che sembrano le anticipazioni dell’ultimo GTA ma che, invece, sono pura realtà e hanno come palcoscenico la periferia di Catania. Particolare che, ancora una volta, fa alzare al massimo il livello di guardia nel capoluogo etneo con il tema sicurezza che torna sotto i riflettori nonostante le rassicurazioni fornite appena una settimana fa dal ministro dell’Interno Matteo Piantedosi. Lo stesso che, sul tema, ha spiegato come «a Catania non serve un cambio di passo». Stando a quanto ricostruito da MeridioNews mercoledì sera, intorno alle 21, un gruppo di persone armate avrebbe inseguito un soggetto lungo le strade della zona B del Villaggio Sant’Agata. L’uomo, non è chiaro se obiettivo di un agguato o di un’azione dimostrativa, si sarebbe riuscito a dileguare trovando rifugio nei pressi dell’abitazione del noto pregiudicato, classe 1994, S.M.
A distanza di circa due ore dal primo episodio sarebbe arrivata la risposta. Almeno quattro o cinque colpi di arma da fuoco sono stati segnalati da un cittadino che ha telefonato al numero unico di emergenza. Colpi che sarebbero stati sparati nei pressi del civico 20 del viale Bummacaro. La stessa zona in cui, dopo la segnalazione, gli agenti della polizia di Stato hanno recuperato diversi bossoli, a quanto pare esplosi da un mitragliatore AK-47. Il botta e risposta però non è finito qui. Ieri pomeriggio nei pressi dell’abitazione del pregiudicato un commando ha sparato almeno dieci colpi di pistola verso il portone d’ingresso della casa in cui abita l’uomo, sempre nel quartiere Villaggio Sant’Agata. Su questa sequenza di fatti sono a lavoro gli agenti della questura etnea. Una delle piste – ma non è l’unica – potrebbe essere quella legata al mondo dello spaccio e alla gestione delle piazze in cui vengono smerciati al dettaglio gli stupefacenti. Il 29enne è un personaggio noto nel rione e proviene da una famiglia che ha fatto parte dei Santapaola-Ercolano. Organizzazione dalla quale l’uomo si sarebbe sganciato in favore del clan mafioso dei Cappello.
Da quando il ministro dell’Interno ha presieduto il tavolo per l’ordine e la sicurezza pubblica in città non si sono mai arrestate le azioni criminali con l’utilizzo di armi da fuoco. La sera del 9 giugno, a poche ore dal vertice in prefettura, un 20enne è finito vittima di un agguato nel quartiere Librino. Tre giorni dopo due malviventi hanno assaltato una gioielleria al viale Mario Rapisardi. Uno dei rapinatori è stato bloccato da un coraggioso passante in via Mandrà ma nei concitati momenti della fuga sono stati sparati diversi colpi di pistola e solo per fortuna nessuno è stato colpito dai proiettili. Non può essere messo in archivio nemmeno quanto accaduto il 27 maggio quando, dopo una discussione particolarmente accesa, c’è stata una sparatoria all’interno di un’attività commerciale in via Luigi Negrelli, traversa del più noto viale Mario Rapisardi. Almeno dieci colpi esplosi e, come rivelato da MeridioNews, l’ipotesi di uno scontro tra due gruppi mafiosi contrapposti.
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